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«L'Annunziata non è il mio incubo»

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Anzi forse saranno primi. Quindi le perplessità del presidente Lucia Annunziata non tolgono il sonno al ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. Dal primo gennaio infatti i decoder saranno in vendita nei negozi e già dai primi mesi dell'anno i teleutenti potranno usufruire della «Tv arricchita» per i programmi che già sono in digitale e magari votare direttamente senza ricorrere al telefono. Insomma, la rivoluzione del digitale inizierà presto. A proposito dei dubbi espressi dal presidente della Rai, il ministro ha replicato «non vivo in questo incubo e penso a cose più serie di tutti i giorni». Nostante i frequenti contrasti con l'Annunziata Gasparri è sereno anche se ce l'ha con alcuni editori. «Penso -precisa Gasparri- a tutte quelle forze politiche che non credono al digitale, penso ad alcuni editori che censurandolo credono di difendere i loro interessi ma che non sono capaci di vendere i loro giornali pechè non li fanno molto bene e si fanno sopravanzare dalla concorrenza. Penso -aggiunge- a queste eccezioni. Non penso quindi all'Annunziata, anche perchè la Rai nel suo complesso sta andando molto bene, molto avanti in questa direzione». Il ministro a Cernobbio afferma che L'Italia «sorprenderà tutti» e sarà certamente «il primo paese digitalizzato d'Europa». Insomma deice il contrario del presidente Rai che parla sempre di tempi lunghissimi e di grandi difficoltà. Successivamente, Gasparri ha specificato che cosa comporterà in pratica la digitalizzazione. «Ci si apre davanti un futuro di servizi, di più scelte per i cittadini, nei campi della sanità, della pubblica amministrazione, del commercio. Con la tv si farà tutto quanto oggi si può fare con il computer». Quanto ai tempi, «nel 2004 la Rai sarà già in grado di coprire il 50% della popolazione - ha sottolineato - poi avremo tre anni di tempo per raggiungere tutti gli altri». Non tutti però sono d'accordo. Per il presidente del Conna, «il sistema anche dal lato tecnico è costoso e fallimentare. Per questo motivo dopo alcune sperimentazioni è stato abbandonato dagli altri paesi europei». Lusetti della Margherita, invece, sostiene che «il ministro Gasparri fa della fantatelevisione. Affermare che entro il 2004 la Rai sarà in grado di coprire il 50pc della popolazione italiana con il digitale terrestre è esercizio di pura fantasia». Venendo al CdA Rai di martedì 28, la Annunziata ha ammesso di aver fatto marcia indietro solamente perché ha ottenuto il suo scopo di «attirare l'attenzione del Parlamento». Così la riunione si terrà e all'ordine del giorno ci saranno oltre che l'acquisto di altre frequenze per il digitale, alcuni contratti di fiction in scadenza a fine ottobre e forse il caso Paolo Francia. Il direttore di RaiSport (di cui si ipotizza la sostituzione con Fabrizio Maffei) ieri alla fine dell'assemblea della sua testata ha affermato che «larga parte del documento dell'assemblea di Rai Sport - dice - evidenzia pretese inadempienze dell'azienda chiaramente non imputabili al direttore. L'unico punto che mi chiama in causa è l'asserita insoddisfazione per quanto da me detto in un incontro (precedente l'assemblea) di mera cortesia e di breve durata, allargato al personale tecnico e impiegatizio, incontro che non aveva alcuna valenza sindacale». Sul caso Tg1 invece, non si fa attendere la risposta del direttore generale Cattaneo alla lettera inviata dai giornalisti del Tg1 per lamentare lo stato dei rapporti tra la direzione e la redazione e il supposto avvicendamento alla conduzione delle 20. Lunedì Cattaneo ha convocato separatamente Mimun e il comitato di redazione, che per martedì ha convocato l'ennesima assemblea dei giornalisti. «Non è un affare di stato ma una questione aziendale di cui parlerò solo nelle sedi proprie» commenta Mimun. Anche la commissione di Vigilanza Rai potrebbe convocare Mimun e redattori in settimana. Giu.Cer.

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