«Agli immigrati anche il voto politico»
La Russa d'accordo sull'appello di Berlusconi alla concordia, però «il rimpasto non è una parolaccia»
Dopo l'attacco della Lega a Ciampi reo di aver parlato di integrazione per gli immigrati e di aver criticato l'idea di imporre dazi per bloccare la concorrenza estera, ieri l'Udc contrattacca col ministro Buttiglione che proprio agli immigrati propone di dare, a certe condizioni, il voto politico, oltre a quello amministrativo (lanciato giorni fa da Fini facendo imbestialire il Carroccio). E insieme all'incrociarsi delle armi sul tema dell'immigrazione, continua il pressing sempre dell'Udc e di An per una verifica di governo. «Non capisco l'aggressione della Lega a Ciampi. Le cose dette dal Presidente - dichiara Buttiglione - oltre ad essere di grandissima qualità intellettuale corrispondono esattamente alla linea del governo in sede europea». «Dobbiamo darci da fare per essere più competitivi e gli immigrati dobbiamo integrarli - prosegue - perché anche se nei prossimi anni avremo più bambini tra vent'anni questi bambini non lavoreranno e nel mondo del lavoro sarà necessario integrare gli immigrati». Quindi, l'affondo del voto: «Mi sembra opportuna la proposta di Fini di dare il voto amministrativo e dopo, spero di non scandalizzare nessuno, anche il voto politico - dice il presidente dell'Udc - Certo, dobbiamo chiedere alcune garanzie. Secondo me, bisogna chiedere che si parli la lingua italiana. Come fai a integrarti in una comunità nazionale di cui non parli la lingua?». Il ministro delle Politiche comunitarie ritiene che gli immigrati per diventare cittadini completamente integrati, oltre alla lingua italiana dovrebbero riconoscere i valori fondamentali della Costituzione italiana, affermare la volontà di integrarsi alla comunità di valori «come avviene negli Stati Uniti, in Svizzera e in tanti altri Paesi di immigrazione». Sugli questione immigrati interviene anche il ministro dell'Interno Pisanu: «Non capisco - dice - perché sulla questione immigrazione si montino polemiche e si giochi a chi la spara più grossa». «In Parlamento - ricorda - si è registrata una convergenza pressoché unanime sulla relazione del Ministero dell'Interno, compresa quella della Lega Nord rappresentata alla Camera non dal primo "sbraitone" che parla ma dal rappresentante ufficiale chiamato a intervenire sulla questione». Osserva quindi che la legge Bossi-Fini «ha dei limiti che verranno rivisti, ma ci ha consentito in un anno di ridurre il 40% degli sbarchi» oltre alla «regolarizzazione di 700 mila lavoratori stranieri abusivi che sono stati tolti dal mercato nero. A loro - sottolinea - è stata aperta una porta a due ante dei diritti e dei doveri». Quanto all'appello di Berlusconi, tutti nella Cdl dicono che lo recepiscono. Il coordinatore di An Ignazio la Russa dichiara: «È esattamente quello che noi vogliamo. È da aprile che predichiamo la necessità di un tagliando più che degli uomini della metodologia della Cdl per ricreare quelle condizioni che ci hanno consentito di vincere. D'altra parte - aggiunge - il rimpasto non è una parolaccia». E intanto chiede alla Lega, per evitare che si parli di «una nuova gara all' interno della Cdl», di spostare la data del Consiglio Federale previsto il 9 novembre a Milano, perché è la stessa data scelta da An per celebrare la ricorrenza del 4 novembre nonché la caduta del Muro di Berlino. Anche il leader dell'Udc, Marco Follini, sottolinea come l'appello alla concordia lanciato dal Premier sia certamente da condividere, ma ribadisce che è necessaria più collegialità nelle scelte di governo: «Un maggiore gioco di squadra - spiega - porta con sé anche maggiore stabilita». «Condivido l'appello alla concordia di Berlusconi perchè è ovvio che la maggioranza non può litigare da oggi al 2006. E quando parlo di rotta da correggere e di programma da aggiornare, mi riferisco anche a questo». D. T.