Fini e Follini ora chiedono il rimpasto
Per Gianfranco Fini il «tagliando di metà percorso» sarà l'occasione per «mettere a punto la macchina di governo partendo dal programma». Ma «non si può dare per scontato che si debba necessariamente cambiare la squadra». Il leader dell'Udc Marco Follini è invece convinto che sarà necessaria una «nuova squadra». Nella coalizione, è il messaggio inviato a Berlusconi, occorre un «equilibrio diverso» perché «qualcuno» nella Cdl ha l'idea «peregrina» che Forza Italia e Lega siano «la forza motrice dell'alleanza » e che An ed Udc abbia «un ruolo minore». Ciò, sottolinea, non corrisponde alla realtà e nemmeno agli ultimi risultati elettorali. Quanto alle prossime elezioni europee, secondo Follini la Cdl si presenterà si presenterà con le liste dei partiti e non con una lista unica. Si conferma quindi il rafforzamento dell'asse Follini-Fini con l'obiettivo di ridimensionare l'alleanza Berlusconi-Bossi. A gennaio, ha affermato Marco Follini in una intervista, superato il semestre europeo «occorreranno una nuova rotta politica, un nuovo programma ed una nuova squadra di governo». Ma Berlusconi, precisa il leader dell'Udc, non è in discussione e «questa legislatura non avrà altri presidenti del consiglio». Perché sarebbe un errore, come quello commesso dal Centrosinistra «che di premier ne ha cambiati tre per poi scoprire che nessuno dei tre andava bene». Follini ha anche precisato di non chiedere un rimpasto di governo per interesse personale perché non aspira a fare il ministro. Ma un rimpasto è necessario, sostiene Marco Follini, perché a metà legislatura occorre fare «un punto e a capo» ed a due anni e mezzo dalle elezioni politiche è doverosa una rivisitazione del programma. Perciò, serve un «aggiornamento della rotta» anche perché l'equilibrio del governo, ha aggiunto polemicamente, non può avere il suo baricentro nelle cene di Arcore con Berlusconi, Bossi e Tremonti. Al ministro dell'Economia il leader dell'Udc rivolge l'invito a cercare una maggiore collegialità con gli altri membri del governo e di «smettere il ruolo di lord protettore della Lega». Follini accoglie l'appello di Berlusconi alla coesione: «lo faccio mio», ha detto, ma coesione deve fare rima con persuasione e non con disciplina. Ma la disciplina serve in una coalizione, ha aggiunto, «perché non ci può essere una parte che governa ed una che mugugna, una che ha il monopolio dei muscoli e l'altra il privilegio delle lacrime. Perciò, ha avvertito Follini, se Berlusconi vuole rinsaldare il patto della maggioranza, occorre uscire dalla logica di un'alleanza divisa in due. Ha concluso con un ultimo avvertimento: il voto di fiducia (annunciato sul maxidecreto legato alla legge finanziaria) va usato a piccole dosi ed è sconsigliato sui temi della finanziaria. Se la fiducia sarà però chiesta, ha assicurato, «non potremo non concederla», purché venga posta su un testo condiviso e sottoscritto da tutti gli alleati della Cdl. Ma nella maggiorana ancora non c'è l'accordo sulla fiducia. Sarà, insomma, un week end di trattative per cercare un'intesa anche su questo spinoso tema.