Fini: «Così non va, si apra la fase due»
Chiede al governo di aprire la fase due, spinge il suo partito a riaprire il dialogo con le realtà produttive ma anche con i sindacati. Chiede la verifica, dichiara che vuole rivedere il programma di governo ma non stravolgerlo. È un Fini a tutto campo tanto che traccia il cambio di marcia della destra. «Il governo deve accelerare il passo e lanciare la sua fase due», spiega. E aggiunge che è necessario che l'esecutivo «ridefinisca il suo programma perché al momento della stesura esso era tarato su una condizione economica e produttiva del Paese che ora non c'è». Quindi osserva: «Non c'è nulla di male nel dire «fermiamoci, facciamo una verifica. Agli elettori dobbiamo dire che cambiamo degli obiettivi. Saremmo ciechi se non lo facessimo. Siamo scesi in campo con delle regole che sono cambiate non per colpa nostra». Il presidente di An ne ha pure per l'opposizione: «Serve il senso di responsabilità anche da parte loro. Questa nostra coalizione nel lanciare la sua fase due è l'unica che può riuscire a far andare avanti il Paese senza che la nave vada a fondo». Quindi Fini sottolinea: «Oggi gli imprenditori soffrono, ma se avesse governato il centrosinistra con Bertinotti oggi l'economia sarebbe sotto terra: non debole ma defunta». E, ribadisce che «la fase due è vitale per il governo e per la saldezza della Cdl per vincere le prossime elezioni. Non vogliamo galleggiare fino alla fine della legislatura - conclude - ma alle prossime elezioni vogliamo vincere, e per questo bisogna anche rischiare». Arriva poi una stilettata, con riferimento a Tremonti: «Trovo insopportabile il tasso di presunzione di chi pensa di prescindere dal contributo che viene dal confronto». E Giovanardi definisce irresponsabile la sua assenza in aula. Dall'Udc arriva subito il via libera. Spiega il ministro Rocco Buttiglione: «Quando una macchina perde colpi è giusto fermarsi e farla aggiustare. Se si continua a camminare si rischia di fondere il motore». Ma la Lega vuole vederci chiaro. «Non capisco cosa voglia dire aprire una fase due del governo quando la fase uno non è ancora terminata. Se Fini intende che ora prevalga l'asse An-Udc, si punti al rimpasto, si metta in discussione il ruolo di Tremonti, allora non ci stiamo», replica il capogruppo leghista alla Camera, Alessandro Cè. Che aggiunge: «Così non si può più andare avanti ed è opportuno che il Presidente del Consiglio riprenda in mano la sua leadership». Il presidente Berlusconi, dal canto suo, si è detto «preoccupato» perchè lo scontro tra il Tesoro e An e Udc sembra andare oltre il merito dei provvedimenti contenuti nella Finanziaria per assumere spesso i contorni del «partito preso». Sulla Finanziaria secondo Bossi non ci sono alternative al voto di fiducia perché è impossibile uscire in altro modo da una manovra con migliaia di emendamenti, e, d'altra parte, è proprio sulla Finanziaria che «si valutano gli esecutivi». Il ministro delle Riforme è chiaro: «Se la proposta del governo non passa è utile che il governo vada a casa». Ma Fini assicura: «La fiducia passa, ma poi si apra una discussione della Cdl».