Volpe: «Non sono il burattinaio di Marini»
C'era grande attesa ieri per l'audizione davanti alla Commissione parlamentare di Antonio Volpe, l'uomo-chiave che a fine luglio consegnò a San Macuto il dossier che avrebbe dovuto confermare le accuse del «conte Igor» ai leader dell'Ulivo. E del resto la sua audizione era stata sollecitata dai commissari del centrosinistra, che sospettano sia il depistatore della trappola Telekom Serbia. Lui si è sempre difeso, sostenendo di essere un semplice «ambasciatore» di Romanazzi. E ieri ha ripetuto di non essere lui l'«inquinatore» dei lavori della Commissione. Ce l'ha con i giornali: «Sono stato dipinto in tutti i modi - ha sostenuto nelle quattro ore in cui è stato ascoltato come audito e non come testimone sotto giuramento, come chiedeva il centrosinistra -. Hanno detto che faccio parte dei servizi segreti e della massoneria deviata e che sarei il burattinaio di turno. Non c'è niente di vero». Ha parlato dei suoi precedenti («sono incensurato»), ha ammesso di avere avuto rapporti con il Sismi e di avere la tessera della Massoneria, ha riferito delle indagini condotte dalla magistratura romana su di lui («per una storia di introduzione di titoli falsi in Italia») e dei suoi rapporti con il commissario di Forza Italia, Alfredo Vito, che il 31 luglio lo accompagnò a San Macuto a consegnare il dossier e poi lo incaricò di compiere indagini su un conto corrente della Finbroker di San Marino, sulla base di un anonimo recapitato all'onorevole Vito. Volpe - nel corso dell'audizione in parte secretata - si sarebbe contraddetto più volte rispetto a quanto dichiarò al pm di Torino che lo ascoltò dopo che la guardia di finanza lo aveva fermato, il 2 settembre, mentre stava incontrando l'onorevole Vito, e gli trovò nella borsa una copia del documento bancario arrivato al parlamentare di Forza Italia. In quella circostanza il faccendiere disse alle Fiamme gialle che l'onorevole Vito gli aveva offerto una consulenza con la Commissione bicamerale, circostanza che ieri ha smentito: «Nessun incarico, anche se mi fosse stato offerto non lo avrei accettato». A fine audizione si è detto soddisfatto il presidente della Commissione, Enzo Trantino (An), «processato» la settimana scorsa dal centrosinistra per la sua gestione della Bicamerale. «Non siamo inquinati nè soggetti a infiltrazioni» ha detto. «La Commissione può rivendicare la sua autonomia dal corteo di inquinatori». Ma ha insistito: «Ora dobbiamo accertare se (nell'acquisto del 29 per cento delle azioni della società telefonica serba da parte della Telekom) vi fu dispendio di pubblico denaro e se vi sono responsabilità politiche». «Volpe si è rivelato un boomerang per la sinistra» è stato il commento di Carlo Taormina, parlamentare di Forza Italia in Commissione Telekom Serbia, per il quale «Volpe ha spiegato tutto punto per punto e ha ricondotto tutto ad una situazione plausibile. In sostanza, ha dato spiegazioni in maniera brillante». Al contrario per Michele Lauria, capogruppo della Margherita in commissione Telekom Serbia, «Volpe non è il manovratore vero di tutta questa operazione: forse è uno che ha capito di aver avuto un ruolo più grande di lui». Dunque, si va avanti. Sempre ieri, al Comitato parlamentare sui servizi di sicurezza è stato ascoltato il numero uno del Sismi, Nicolò Pollari. Come ha fatto una settimana fa il capo del Sisde, Mario Mori, anche Pollari ieri ha escluso rapporti tra il servizio segreto militare e alcuni personaggi legati in qualche modo alla vicenda Telekom Serbia, e cioè Pazienza e appunto Volpe. «Pollari - ha riferito il presidente del Copaco, Enzo Bianco - ha escluso rapporti tra il Sismi e tali faccendieri, considerati individui senza alcuna credibilità e affidabilità». Quanto a Volpe, in particolare, «avrebbe tentato un contatto con il Sismi negli anni scorsi, ma è stato respinto». S. B.