Berlusconi vuole la fiducia, An-Udc no Landolfi: «È pericolosa». Buttiglione: «Il governo rispetti il Parlamento». Maggioranza in affanno
Ma in serata il portavoce di An, Mario Landolfi, avverte che porre la fiducia «è molto pericoloso» soprattutto se si fa per «superare alcune questioni reali su cui la maggioranza non ha ancora trovato un punto d'intesa». E poco dopo arriva lo stop anche dell'Udc: «La fiducia? «Va usata con estrema prudenza, il Governo deve essere rispettoso del Parlamento», dice il ministro per le Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione. «Esiste anche lo strumento del voto di fiducia che va utilizzato se necessario ma con grande prudenza. An dice quello che dico io, Berlusconi segnala un problema ma prima di utilizzare la fiducia riflettiamo». L'annuncio di Berlusconi e le repliche di Landolfi e Buttiglione arrivano dopo un braccio di ferro nella Cdl sulla trasformazione della Cassa Depositi e Prestiti. Ma anche dopo che il Governo, la notte scorsa, era andato sotto in Commissione Bilancio su un emendamento relativo agli artigiani presentato dalla stessa maggioranza ma su cui il rappresentante dell'esecutivo (il sottosegretario Maria Teresa Armosino) aveva dato parere contrario. Ma anche dopo una giornata convulsa che ha visto divisioni nella stessa maggioranza e fornito facile terreno per l'opposizione per partire decisamente all'attacco. Una situazione complessiva e complessa che il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini aveva intanto liquidato nel primo pomeriggio come una «normale dialettica» e che, dopo il voto contrastato sul silenzio-assenso, che ha registrato i voti della Lega uniti a quelli dell'opposizione, si è scatenata in Senato una sorta di dibattito tra i senatori, all'esterno della stessa commissione sul significato tecnico, ma soprattutto politico di quel voto. Un significato che a questo punto si sposta ai livelli più alti. Per quanto riguarda il contenuto della norma sul silenzio-assenso si torna di fatto al testo originario del decreto tant'è che il sottosegretario Armosino si è dichiarata «felice» per aver incassato un testo immodificato, e che arriverà all'aula di Palazzo Madama così come uscito dal Consiglio dei ministri. Ma non è solo l'articolo sulla vendita del patrimonio immobiliare che potrebbe arrivare all'aula del Senato «senza correzioni» della Commissione perché il decreto dovrebbe essere approvato in nottata per lasciar posto all'esame della Finanziaria e molti altri argomenti caldi potrebbero essere rinviati al vaglio dell'assemblea del Senato. Ed è proprio lì che il Governo potrebbe porre la fiducia inserendo le modifiche necessarie al maxidecreto (alcune delle quali già annunciate) in un maxi-emendamento.