La destra chiede lo spacchettamento del ministero dell'Economia
Ora è una proposta. Una proposta concreta messa nero su bianco da un autorevole esponente di Alleanza nazionale (il responsabile economico, per la precisione), che in questo modo mostra di condividere una soluzione tanto cara all'Udc. La proposta è di Pietro Armani (An), presidente della commissione Ambiente-Lavori Pubblici della Camera, che spiega: «La Bassanini ha prodotto un mostro, un ministero gigantesco che ha poteri su tutto, sulle partecipazioni, sugli stanziamenti alla difesa, su quelli per le infrastrutture. Ha addirittura più poteri della presidenza del Consiglio. È ora di fare una riflessione su questo», dice in un colloquio con Mf. Non si tratta di una ritorsione, chiarisce Armani, anche perché «i ministri passano ma i ministeri restano» e «la riforma va fatta non con riferimento al solo ministero dell'Economia, ma deve essere rivista un po' tutta la struttura uscita dalla riforma Bassanini». Armani lascia intendere che alcune scelte di privatizzazione hanno un'elevata valenza politica e non possono avere come obiettivo solo la massimizzazione della cassa. «Il ritardato ingresso di Alitalia nell'alleanza Air France-Klm -spiega- è la dimostrazione che non si possono separare le funzioni di azionista da quelle di indirizzo politico. E questo vale per tutte le partecipazioni residue ancora possedute dallo Stato». Ma il responsabile economico di An sottolinea che «anche gli stanziamenti devono avvenire in funzione degli indirizzi di politica economica: per esempio se vogliamo proseguire nella nostra politica di presenza all'estero, dobbiamo privilegiare gli investimenti in difesa, appoggiare i progetti di Finmeccanica con Bac e quelli di Alenia con Boeing». Sui tempi della proposta, Armani non si sbilancia: «Non è detto che la riforma possa essere fatta in questa legislatura - afferma -. Però ci stiamo già lavorando. Proprio come per il voto agli immigrati». E più tardi avverte che sarà necessario un voto costituzionale. Ma l'ipotesi spacchettamento era stata ventilata da un altro presidente di commissione, Bruno Tabacci (Udc), alla guida dell'organismo che si occupa di Attività produttive. Proprio Tabacci aveva spiegato nel luglio scorso che «cinque ministeri per una persona sola sono troppi», intendendo che Giulio Tremonti ha deleghe su Bilancio, Tesoro, Finanze e, in parte, su Partecipazioni statali e Mezzogiorno. Ma se An e Udc spingono su questa soluzione, la Lega per ora glissa. Il braccio destro di Bossi, Roberto Calderoli si limita a dire: «Non voglio fare polemiche, l'unica cosa a cui deve pensare Berlusconi è concentrarsi sull'agenda di governo con le priorità da realizzare», a cominciare dalle riforme, «perché questo è quello che ci chiede il Paese». F. D. O.