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«L'ITALIA che produce, con il convegno di giovedì (domani, ndr), vuole lanciare un messaggio ai sindacati ...

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Così Antonio Mazzocchi, responsabile nazionale Pmi per An e organizzatore del convegno «Per dare voce all'Italia che produce» in programma a Roma domani (hotel Parco dei Principi - ore 9) spiega il senso dell'iniziativa del partito di via della Scrofa a cui parteciperanno anche il vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini. È un'iniziativa contro lo sciopero generale del giorno dopo, venerdì? «È un'iniziativa per dare voce a quella parte d'Italia che produce in silenzio, è la punta del nostro made in Italy». Insomma, non c'è un intento polemico nei confronti dei sindacati? «Abbiamo indetto la nostra manifestazione prima dell'estate, quando certamnete non si parlava neppure di sciopero generale. E poi noi non vogliamo protestare contro chi protesta. Al contrario, vogliamo pensare alle proposte». Quali? «Cominciamo da quelle che sono state appena fatte. Per esempio diciamo che per la prima volta abbiamo una Finanziaria che dà un forte impulso all'innovazione, alle infrastrutture e alle imprese». E lei immagina che se ne avvantaggino anche le pmi? «Non c'è dubbio. Investendo di più sull'innovazione, questo comparto può assicurare due o tre milioni di posti di lavoro ancora». Innovazione è l'altra faccia dell'internazionalizzazione. Come giudica l'azione del governo? «Molto bene, penso che il viceministro Urso stia facendo benissimo ma bisogna trovare un punto di equilibrio». Tra che cosa? «Va bene la delocalizzazione, ma bisogna fare attenzione: in alcuni casi può significare impoverimento. Mi riferisco in particolare all'area di Biella». Oggi uno dei problemi maggiori per le pmi oggi è la concorrenza, l'invasione della Cina. Lei è favorevole ai dazi? «No, sono contrario. Ma il problema non solo esiste, è molto grave. Cito un dato: i casi di prodotti contraffatti scoperti nel 2002 sono aumentati dell'829% rispetto all'anno precedente. Non possiamo fare finta di nulla, bisogna intervenire». E il credito? An ha allo studio proposte in proposito? «Nella Finanziaria c'è la parte relativa ai Cofidi. Stiamo pensando anche a soluzioni che consentano di bilanciare debiti e crediti». In che senso, scusi? «Faccio un esempio concreto così è più facile comprendere. Dunque, se un'azienda che vanta un credito da una pubblica amministrazione e partecipa ad una gara di un'altro ente sempre pubblico, deve poter esibire una fidejussione dalla prima. Non voglio anticipare troppo, stiamo lavorando». F. D. O.

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