Maroni apre ai sindacati: «C'è spazio per il dialogo»
Presiedendo a Lussemburgo il Consiglio Occupazione dell'UE Maroni ha anche ottenuto una risoluzione dei Paesi dell'UE che riafferma l'impegno comunitario alla conversione del lavoro nero in occupazione regolare. Sulla riforma delle pensioni che il Governo italiano sta elaborando «c'è spazio per il dialogo con le parti sociali», ha detto Maroni a Lussemburgo. «Abbiamo aspettato - ha aggiunto a questo riguardo il Ministro del Lavoro - a presentare l'emendamento al Senato fino a dopo lo sciopero». «La riforma - ha precisato Maroni - è da migliorare e verificare con le parti sociali. Anche quando verrà approvata potrà, nell'arco di diciotto mesi, essere modificata con le parti sociali senza la necessità di modificazioni legislative. Vedremo - ha quindi detto il Ministro - se le parti sociali hanno voglia di discuterne. Finora abbiamo sentito solo niet, no, soprattutto sul tema degli incentivi. E' impossibile che i sindacati dicano di no al Governo sull'aumento degli incentivi». Per garantire in futuro pensioni «adeguate e sostenibili», il Consiglio dell'UE sotto presidenza italiana ha, peraltro, adottato ieri delle conclusioni in cui si impegna a un coordinamento delle politiche previdenziali degli Stati comunitari. Tale coordinamento, definito «aperto» perché esercitato «nel pieno rispetto delle competenze nazionali», favorirà «l'estensione della vita lavorativa», ma, a giudizio di Maroni, dovrà «tenere in considerazione le esigenze di sostenibilità finanziaria con quelle di sostenibilità sociale». Secondo il Ministro del Lavoro, le riforme pensionistiche dovranno essere attuate con «flessibilità» e «gradualità». Un'altra iniziativa della Presidenza italiana si è tradotta ieri in una risoluzione del Consiglio dell'UE, che ricorda agli Stati europei il loro recente impegno contro il lavoro sommerso e per la sua conversione in impieghi regolari. A questo scopo, i Paesi comunitari, pur «rispettando le priorità di ogni Stato», si propongono di «riformare i regimi fiscali e delle prestazioni sociali, per ridurre i tassi elevati d'imposizione effettiva, e, se necessario, il carico fiscale che grava sui lavoratori a basso reddito». La risoluzione contro il lavoro nero invoca anche «sanzioni adeguate» nei confronti di chi lo organizzi o lo sfrutti, e una tutela delle vittime di questa pratica.