Maxidecreto blindato e voto di fiducia Il problema è il rispetto dell'architettura complessiva del provvedimento su cui pesano 2600 emendamenti
Lo ha detto Ivo Tarolli (Udc), il relatore di maggioranza al provvedimento che accompagna la manovra e che contiene alcuni degli elementi più significativi per l'obiettivo di contenimento dei conti pubblici, come il condono edilizio e il concordato preventivo. «Domani (oggi ndr) intanto incontrerò i capigruppo della maggioranza in commissione Bilancio per definire linee d'intesa sui punti principali del decreto e razionalizzare i tempi — spiega Tarolli — Nei giorni successivi potrebbe esserci un vertice fra i capigruppo della Cdl in Senato e il ministro Tremonti. Comunque non vedo nulla di problematico, né di drammatico nell'approvazione del provvedimento con il voto di fiducia. Siamo sottoposti ad uno stress temporale perché oltre all'esame consueto dei ddl della finanziaria e del bilancio dobbiamo votare il decreto, che ha i suoi tempi di conversione». L'incontro di oggi «deve far emergere problematiche e proposte della maggioranza di cui il relatore deve essere in grado di fare una sintesi, rispettando l'architettura complessiva del provvedimento. Se fosse possibile — ha aggiunto Tarolli — vorrei che intervenissero anche i capigruppo della Camera. È interesse del relatore fare una sintesi che consenta alla commissione l'analisi più completa possibile delle proposte di modifica». Fra l'altro, «vanno valutate possibili forme di finanziamento nuove. A questo proposito ho 5 o 6 ipotesi di lavoro su cui ragioneremo nei prossimi giorni». Intanto il ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Gianni Alemanno apre al dialogo con i sindacati sul tema delle pensioni. «Dobbiamo lavorare per evitare che questo momento di crisi di rapporti (di sostanza e di metodo) risulti insanabile, definitivo. Lo dobbiamo fare perché l'Italia è un Paese in cui i sindacati hanno radici profonde ed una storia di responsabilità. Però i sindacati non devono solo limitarsi a protestare, ma dare indicazioni precise su come vedono il modello di sviluppo del nostro Paese. Non possono ignorare che la riforma delle pensioni è stata a lungo invocata dai principali osservatori economici, nazionali ed internazionali, quindi non è stata una nostra idea. Anche il governo di centrosinistra aveva provato a farla». E i sindacati? Sono ben decisi a portare avanti la loro azione, anche se con sfumature di tono leggermente diverse. Cisl e Cgil minacciano di continuare le agitazioni anche dopo lo svolgimento dello sciopero. La Uil respinge le accuse di «politicizzazione» lanciate da Fini ma ha ben chiaro che non si potrà continuare a dire semplicemente no a tutto all'infinito. Anche Pezzotta respinge con forza l'accusa di uno sciopero politico sulle pensioni. «Ma neanche per sogno, le nostre richieste sono sempre le stesse, è il Governo che le ha disattese. E noi, voglio sottolineare, siamo il sindacato che fa gli accordi con Berlusconi, come dimostra il patto per l'Italia, ma gli fa anche lo sciopero contro sulle pensioni. In ciò si dimostra la nostra autonomia».