Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

La Lega modera i toni e scrive: «Caro Fini» Calderoli al vicepremier: «Lascia perdere sugli immigrati». An e Udc: serve un «tagliando» a gennaio

default_image

  • a
  • a
  • a

Poi alla fine, la Lega riesce a riscoprire anche un bel «Caro Fini» dei bei tempi andati. Insomma, qualcosa sta cambiando nella maggioranza anche se le distanze restano. Il Carroccio continua la sua campagna contro il voto agli immigrati voluto da An e il coordinatore Roberto Calderoli scrive una garbata lettera al vicepremier Gianfranco Fini. Ma destra e centristi dell'Udc rispondono che tutto è rinviato a gennaio, quando il governo dovrà fare il suo «tagliando». Forza Italia, come sempre, in mezzo cerca il punto di mediazione. È questa in sintesi la domenica politica. Una domenica cominciata con una intervista di Gianfranco Fini al quotidiano cattolico Avvenire in cui il leader di An spiega di «aver indicato un percorso» e di non aver nessuna intenzione di cambiare idea: «È una cosa in cui credo, non ho nessuna paura di pagare un prezzo: non mi fermo». Calderoli prende carta e penna e scrive: «Caro Fini, lascia perdere, per ora dedichiamoci alle vere priorità del Paese, potrai se credi inserire il tuo progetto nei programmi elettorali di An per le prossime elezioni e ti sottoporrai al giudizio del popolo». Per la Lega proprio il fatto che il diritto di voto per gli immigrati non sia compreso tra le priorità indicate agli elettori dalla Casa delle Libertà è motivo sufficiente per non insistere. «Della tua proposta - insiste Calderoli - non c'è traccia nella nostra proposta agli elettori. Fare diversamente significherebbe tradire chi ci ha votato nel 2001 e ci ha messo alla guida del Paese». E quindi per la Lega portare avanti l'iniziativa «non comporterebbe un prezzo da pagare solo da An, ma da tutta la coalizione». Ma per An non si cambia. E anche se il partito di Fini parla con due voci esprime un unico concetto: non si cambia maggioranza ma il governo deve mutare rotta. Il ministro Gianni Alemanno fissa infatti una serie di paletti: «Siamo tutti d'accordo che è necessario far arrivare alla scadenza del 2006 l'azione del Governo. Ma proprio per questo è necessario una sorta di tagliando di metà legislatura da fissare dopo il semestre europeo. Ci sono quindi due mesi di tempo per riflettere e approfondire le questioni al di là delle polemiche quotidiane». «An - sottolinea invece il ministro Maurizio Gasparri - non pone alcun problema di poltrone. Semmai siamo impegnati a rilanciare la politica della coalizione. Quando sosteniamo delle posizioni lo facciamo sui contenuti e non certo per questioni di pietanze o poltrone. Basta vedere il nostro impegno a favore dei militari nella finanziaria». Anche l'Udc continua a non vedere di buon occhio le iniziative leghiste come la raccolta di firme contro la proposta di Fini. «Mi pare - spiega il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè - che le cene ad Arcore non servono certo a migliorare l'economia, a evitare le polemiche, a garantire il rispetto della Lega nei confronti degli altri alleati». Sintentizza il ministro di Forza Italia Claudio Scaloja: «Si può ben dire che continuiamo ogni giorno a farci male da soli».

Dai blog