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DECRETONE E MANOVRA

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Ce ne sarà per tutti i gusti nel maxiemendamento al decretone di accompagnamento della Finanziaria che il governo si appresta a presentare. O meglio, si appresterebbe: non è stato ancora deciso, infatti, se presentare o no la mega modifica al testo che tuttavia i tecnici del ministero dell'Economia stanno preparando. La linea del governo sembra essere infatti quella di cercare un'intesa nella maggioranza per scongiurare la pioggia di emendamenti (circa duemila) e soprattutto per evitare che nei passaggi parlamentari Manovra e decretone vengano stravolti. E se da un lato si minaccia la fiducia, dall'altro l'esecutivo sta studiando una soluzione che possa accogliere alcune delle richieste parlamentari e anche di pezzi del governo. Se sarà varato o meno il maximendamento sarà comunque un vertice della Casa delle Libertà a deciderlo. I capigruppo della maggioranza al Senato si vedranno già oggi per un primo esame, ma le vere e proprie decisioni, tuttavia, potrebbero essere prese da un successivo summit. In settimana infatti dovrebbero incontrarsi di nuovo i vertici del centrodestra, probabilmente con il ministro Tremonti. Nel frattempo le ipotesi allo studio prevedono una sorta di travaso di provvedimenti dal decretone alla Finanziaria vera e propria. In questo modo potrebbero essere messi al riparo dagli assalti dei senatori ora e dei deputati poi. Tra questi è possibile che il bonus per il secondo figlio (mille euro alle famiglie) possa passare dal provvedimento d'urgenza alla Manovra. Possibile anche che si recuperi il bonus anziani, molto caro ad An e allo stesso ministro Tremonti, che non è stato proprio previsto e che potrebbe essere recuperato. Possibile che escano dal decreto perché a rischio costituzionalità (potrebbero non esserci i requisiti di necessità e urgenza) anche alcuni provvedimenti che riguardano il made in Italy. In particolare la trasformazione in società per azioni della Sace e il museo della produzione nazionale che dovrebbe sorgere a Roma. C'è poi il caso dell'esternalizzazione dei servizi pubblici locali che figura addirittura in due provvedimenti. Sia nel decretone che nella delega ambientale che adesso è all'esame della Camera. In questo caso il governo dovrà decidere come procedere, quale provvedimento ovviamente modificare. F. D. O.

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