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Immigrati, Bossi minaccia un referendum

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Fini esclude che il suo partito faccia marcia indietro. Fassino chiude: iniziativa incostituzionale

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E se la sinistra in Parlamento voterà con An, minaccia il leader leghista, «andremo al referendum». Ma se la legge passa, niente dimissioni: «manco dopo morto mi dimetterei, non mi buttano fuori neppure con il bulldozer, perchè se vado via io sono finite le riforme». Il leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini è però ottimista e convinto che l'opposizione della Lega sarà superata con la discussione. Fini è deciso ad andare avanti e a non ritirare la sua proposta: «la bandiera di An - ha precisato - non corre il rischio di sventolare solo per qualche settimana». Ma Bossi non cede. La proposta di legge di An è «incostituzionale», sostiene il leader della Lega, e prima di farla «dovevano almeno avvertire me che sono il ministro delle riforme». Il voto agli immigrati non va dato «perchè non può essere questo il punto di partenza dell'integrazione. Prima, secondo Bossi, gli immigrati devono «maturare la nostra cultura e poi si dà il voto come atto finale». Quella di An, attacca il ministro della Giustizia Castelli, è una proposta «tirata per i capelli» perchè crea cittadini di serie A e cittadini di serie B. Nel dibattito in Parlamento, quindi, la Lega «potrebbe divertirsi», annuncia il Guardasigilli, avvalendosi degli strumenti regolamentari. Cioè facendo ostruzionismo. Anche perchè su questa materia, come hanno ribadito Berlusconi e Fini, non ci sono vincoli di maggioranza da rispettare. Il cammino della proposta di legge presentata da Alleanza Nazionale si preannuncia difficile e tortuoso anche se l'opposizione si mostra disponibile. L'Ulivo comunque, pur ribadendo che la concessione del voto amministrativo agli immigrati è necessaria ed opportuna, non è disposta a votare la norma che limita il diritto di voto a chi possiede un certo reddito. È una norma incostituzionale, avverte Piero Fassino, perchè il voto legato al censo è un istituto ottocentesco che è stato superato dal suffragio universale. Comunque, annuncia Fassino, noi siamo «interessati a concorrere ad una buona legge, Vediamo se si può lavorare insieme per fare una legge civile e adeguata». Ma se sarà possibile, precisa il leader dei Ds, si dovrà chiamare legge Turco-Fini, dal nome dell'ex ministro dell'Ulivo Livia Turco che due anni e mezzo fa presentò una proposta simile. Il centrosinistra si prepara così al confronto in Parlamento che dovrebbe iniziare a novembre. La legge è indispensabile, spiega Massimo D'Alema, perchè il riconoscimento dei diritti può attrarre «immigrazione di qualità». E un paese che accoglie «attira persone migliori, un paese che respinge attira i peggiori». Pur d'accordo sul contenuto della legge di An, Francesco Rutelli critica Fini che usa la proposta come «una bandierina tattica». Mentre secondo il leader della Margherita il voto agli immigrati dovrebbe essere inserito «dentro una politica seria per l'immigrazione».

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