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La legge Biagi ha il primo ok dei sindacati

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Cisl: partenza con il piede giusto. Ugl: avvio positivo. Solo per la Cgil è stato un tavolo procedurale

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Ieri i sindacati sono stati convocati al ministero del Welfare per cercare di raggiungere accordi interconfederali. L'incontro è stato definito «molto positivo» da fonti ministeriali. Nonostante il decreto di attuazione della legge entrerà in vigore il 24 ottobre (lo stesso giorno dello sciopero di Cgil, Cisl e Uil contro la riforma del sistema previdenziale), per l'applicazione della riforma del mercato del lavoro in tutte le sue parti ci vorrà circa un anno. Il giorno dell'entrata in vigore della legge sarà infatti direttamente utilizzabile solo il nuovo part time e lavoro intermittente e ripartito, mentre per le altre misure sarà necessario aspettare nuovi adempimenti, quali circolari interpretative, rinvii ad accordi collettivi e autorizzazioni. Per quanto riguarda l'incontro di ieri il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, ha parlato di «approccio pragmatico e costruttivo» da parte di tutte le parti sociali. Per il 30 ottobre è previsto un nuovo incontro. «È andata molto bene - ha spiegato Sacconi -. Questo tavolo apre il percorso ad auspicabili, anche se non necessarie, intese tra le parti». Il ministero punta a definire entro un mese una circolare interpretativa su alcune parti della legge, come quella dei contratti a causa mista (formazione, apprendistato, inserimento). Direttamente dal 24 ottobre entreranno in vigore le modifiche agli istituti del part-time e la nuova normativa per il job sharing. La prima circolare sarà sul campo di applicazione e sulla disciplina transitoria per la riforma, ma nuove circolari sono previste anche sui contratti di collaborazione e sul lavoro occasionale. Per quanto riguarda le reazioni dei sindacati all'incontro di ieri, non cambiano i giudizi espressi singolarmente da Cgil, Cisl e Uil sulla riforma Biagi, ma c'è consenso sulle principali osservazioni sollevate al tavolo avviato per dare forma e sostanza agli accordi interconfederali. In particolare, c'è larga convergenza sulla necessità di coinvolgere i soggetti istituzionali interessati e di inquadrare tutti i rinvii alla contrattazione nel quadro del protocollo del '93. Il segretario confederale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha dichiarato che «si è partiti con il piede giusto perché si possono migliorare le parti che il sindacato non ha condiviso. Per il vicesegretario dell'Ugl, Renata Polverini, «il tavolo, avviato positivamente, nasce con l'auspicio che il dialogo tra le parti sociali, previsto dalla riforma Biagi, possa determinare indirizzi condivisi non solo per le materie specifiche demandate alla contrattazione, ma anche per quanto concerne i provvedimenti ministeriali attuativi». La Cgil (unica organizzazione che non ha firmato il patto per l'Italia e non ha condiviso l'impianto della legge Biagi), con il segretario confederale, Giuseppe Casadio, ha parlato di «incontro procedurale», rinviando giudizi sul merito alla riunione prevista per il 30 ottobre. Casadio ha ribadito comunque che la Cgil resterà al tavolo del confronto come sempre quando c'è da tutelare l'interesse dei lavoratori.

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