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GELO TRA PRODI E BERLUSCONI

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«Ma quell'affaire ci divide ancora»

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Dopo il gelo della Conferenza di Roma e la pace armata dell'incontro di Yalta, va in scena al palazzo Justus Lipsius una nuova puntata del duello tra i due presidenti. A dar fuoco alle polveri è ancora una volta il caso Telekom Serbia. In mattinata, all'apertura dei lavori del summit, fonti di Bruxelles puntano il dito sulla campagna diffamatoria contro il presidente della Commissione Ue alimentata dai media di proprietà del premier. Nel pomeriggio la replica di palazzo Chigi, per bocca del portavoce del presidente del Consiglio Paolo Bonaiuti, che si è trincerato dietro un secco no comment. Piena sintonia quindi tra i due leader sul fronte istituzionale, soprattutto riguardo ai tempi per la chiusura della cig e il piano di rilancio della crescita economica europea. Ma restano gli strascichi delle polemiche legate all'acquisto della società telefonica serba. Sempre in mattinata, Prodi non è stato accolto dal presidente di turno della Ue al suo arrivo al vertice, come il cerimoniale vuole in questi casi. Al posto del premier c'era Gianfranco Fini. Secondo i collaboratori del Cavaliere, Berlusconi era ancora dolorante per la caduta sulle scale avvenuta l'altra sera al vertice del Ppe al castello di Meise. Le scaramucce tra i due leader sono proseguite anche dopo, durante la conferenza stampa finale, quando Prodi e Berlusconi sono stati protagonisti di un «battibecco» sui finanziamenti per le grandi opere infrastrutturali.

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