«Manovra senza rigore, rischio deriva conti Dimezzata la previsione di crescita del Pil»
È il giudizio sulla Finanziaria e il quadro di finanza pubblica che emergono dal Rapporto Cnel sulle previsioni macroeconomiche di medio termine; rapporto commissionato a Cer, Prometeia e Ref, i tre istituti di ricerca economica che per la prima volta si mettono insieme per rompere, come ha detto il presidente del Cnel, Pietro Larizza, il «monopolio delle analisi previsionali». Un quadro definito dai tre istituti «ambiguo e incerto», nel quale si prevede per i prossimi tre anni un deficit-Pil sopra il 3% (dunque fuori dai parametri del Patto di stabilità), e una «sostanziale interruzione nel percorso di riduzione del debito pubblico». Inoltre il rapporto indica una crescita del Pil che nel 2003 non andrà oltre lo 0,3% e un'inflazione che resterà per molto tempo ben al di sopra del 2%. SCOMPARE RIDUZIONE FISCALE. Il rapporto mette in evidenza l'incapacità di «delineare e avviare un disegno di politica economica di medio-lungo periodo»: «Scompaiono gli obiettivi di riduzione del carico fiscale e di attuazione del federalismo dalle priorità indicate adesso dal Governo». VERSO RIPRESA, ma bassa crescita. Il rapporto traccia un quadro «un pò più negativo» di quattro mesi fa, dimezzando la previsione di crescita del Pil fissata ora allo 0,3% per il 2003. Nel 2004 la crescita del Pil sarà dell'1,5%, nel 2005 del 2,2% e nel 2006 del 2,1%. SI SFORA PATTO stabilità. Nella previsione dei tre istituti, si ipotizza, nonostante la manovra economica, «un ulteriore innalzamento dell' indebitamento per il prossimo anno e una sostanziale interruzione nel percorso di riduzione del rapporto debito-Pil». INFLAZIONE RESTA ALTA. Sul fronte del caro prezzi «il rallentamento atteso per l'estate non solo non si è realizzato, ma ha accelerato, stabilizzandosi sul 2,8%». DUBBI SUI CONDONI. Nel rapporto si sottolinea come nella manovra non si prenda sufficientemente in considerazione «la necessità di fornire quelle opere di urbanizzazione primaria a cui i condonati avrebbero diritto, e che comporterebbe un ammontare di spese a carico del bilancio pubblico».