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«L'affare non aveva senso e mi cacciarono»

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Lo ha riferito Raffaele Gambardella, ed direttore generale della Simest (società partecipata per il 65% dal ministero per il Commercio con l'Estero) nel corso dell'audizione in commissione Telekom-Serbia. Gambardella, che aveva chiesto di essere ascoltato inviando una lettera nella quale sosteneva di avere cose interessanti da riferire ha fatto sapere che fu lui stesso, dopo aver chiesto informazioni sull'operazione Telekom-Serbia a comunicare al ministro Fantozzi che la Simest non poteva partecipare all'acquisizione di una quota della telefonia serba: «Chiesi informazioni e ne discussi con i miei collaboratori: determinammo che l'operazione non aveva i requisiti sufficienti per sottoporla al Cda delal Simest. Innanzitutto - spiega Gambardella - perché i valori che venivano attribuiti a questa acquisizione erano poco definiti (si parlava di una trattativa che passava dai 400 ai 600 miliardi di lire); e poi perché non ci fu presentato un piano industriale che ci confortasse sulla logica dell'acquisizione». L'ex direttore generale della Simest ha riferito che in seguito a questo suo parere negativo, gli fu «imputato di non avere senso politico»: «Il ministro Fantozzi chiese al presidente Manciati della Simest di liberare la poltrona di direttore generale». Gambardella fu pertanto invitato a dimettersi, cosa che fece nel marzo del 1997. Ha riferito che Fantozzi gli parlò dell'operazione Telekom Serbia a Trieste tra la fine del 1996 e l'inzio del 1997. E che sempre all'allora ministro del commercio con l'Estero avrebbe poi espresso le sue riserve circa la possibilità che la Simest potesse partecipare all'acquisizione di una parte delle quote della società telefonica serba. Terminata l'audizione, maggioranza e opposizione si sono divise sul racconto di Gambardella. Se per il centrodestra è la prova che «vi era un altro ministro che sapeva di Telekom Serbia » (Giuseppe Consolo, capogruppo di An in Commissione). I diessini Guido Calvi e Marco Minniti hanno definito l'audizione «molto modesta»: «Gambardella è venuto a raccontare circostanze senza documenti e con grossi vuoti di memoria». «L'avvocato Raffaele Gambardella non mi ha mai parlato di Telekom Serbia», replica l'ex ministro del Commercio estero Augusto Fantozzi. «La questione Telekom Serbia - aggiunge - non è mai arrivata sul tavolo del ministero del Commercio con l'Estero che all'epoca guidavo e che sempre è stato all'oscuro della vicenda come è facile dimostrare». Fantozzi sottolinea anche di aver dato «ampio mandato ai propri legali di querelare Gambardella per quanto dichiarato oggi durante l'audizione in commissione Telekom Serbia». I presidenti delle Camere, Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini dicono intanto no alle strumentalizzazioni politiche dell'attività delle commissioni di inchiesta. La presa di posizione di Pera e Casini è contenuta in una lettera inviata ai capigruppo dell'opposizione in risposta alla richiesta di intervento sulla gestione della commissione Telekom Serbia. Nella missiva Pera e Casini dicono di voler condannare «ogni tentativo, da qualunque parte posto in essere, di strumentalizzare l'attività delle commissioni di inchiesta».

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