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Bossi cambia pelle: «Basta polemiche»

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Per Berlusconi c'è stato un chiarimento. «Sulle riforme c'è vincolo di maggioranza e non ci sarà verifica»

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«È opportuno lasciar perdere», ha annunciato il leader della Lega smentendo l'ipotesi delle sue dimissioni dal governo accreditata ieri mattina dai suoi più stretti collaboratori, Roberto Calderoli e Francesco Speroni. Poco prima Gianfranco Fini aveva escluso che ci fosse il rischio di una crisi di governo a causa del voto agli immigrati e si era detto «tranquillo e serafico». Alle 15,30 le agenzie hanno battuto l'appello alla pace di Umberto Bossi: «Basta con le polemiche», ha affermato, «e ognuno pensi al proprio lavoro». Il governo cioè, ha aggiunto, deve pensare ad affrontare «i problemi concreti del paese, e le riforme che la gente aspetta». Ognuno, ha affermato ancora il ministro delle riforme, «la pensa come vuole perché è libero, però con le polemiche si danneggia il governo che ha altro da fare». La Lega ha così smesso i toni bellicosi con un invito di Bossi alla concordia che ha immediatamente riscosso il plauso di tutti gli alleati. A cominciare dal leader, Silvio Berlusconi. «La Lega ha dato un segnale molto sereno. Credo che ci sia stato un chiarimento», ha dichiarato. Ed ha precisato che per tutti gli alleati della Cdl il vincolo di coalizione riguarda le riforme istituzionali. E quindi la riforma federale proposta dalla Lega. Ma non altri temi come il voto agli immigrati voluto da An e contestato dalla Lega. Berlusconi ha auspicato che su questa legge venga trovato un compromesso ed ha risposto no alla richiesta di una verifica di governo fatta dal coordinatore delle segreterie della Lega Roberto Calderoli per «fare chiarezza» sul comportamento di An, decisa ad andare avanti sul voto agli immigrati raccogliendo i voti in Parlamento e non all'interno della maggioranza. In questo modo, è il timore di Calderoli, si pongono le premesse per un «governo tecnico», e Berlusconi deve quindi chiarire «se siamo di fronte ad un governo tecnico o a un governo politico». Ma il premier ha tagliato corto: non è prevista alcuna verifica, il nostro è un governo politico e non tecnico. Il clima nella Cdl si è così rasserenato. Rocco Buttiglione ha replicato con un «bravo Bossi, per una volta sono perfettamente d'accordo con lui». Serve però un ripensamento sul programma che va modificato perché, ha affermato, questi sono stati «gli anni della sfiga» e mentre si aspettava un lungo periodo di prosperità è successo di tutto, dalla tragedia delle Torri gemelle alle guerre in Iraq e Afghanistan. Anche dal coordinatore nazionale di An Ignazio La Russa un forte plauso per le «parole responsabili e assolutamente condivisibili» di Bossi.

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