Sovrastimato il gettito del concordato
Sono i tecnici del servizio Bilancio del Senato a mettere sotto la lente d'osservazione le stime di gettito del nuovo strumento fiscale. «Non viene esplicitato - affermano - in modo sufficientemente chiaro il percorso logico-numerico che introduce alla quantificazione» del maggior gettito, così come indicata nella Relazione tecnica al decreto. Ma i tecnici di Palazzo Madama avvertono anche che con il concordato «è possibile ipotizzare eventuali fenomeni di elusione di imposta». «Da punto di vista logico - si legge nella nota di lettura redatta dai tecnici di Palazzo Madama - non appare scontato che una norma di tal genere comporti un maggior gettito per lo Stato». I tecnici fanno notare infatti che «i contribuenti decideranno per l'applicazione del concordato preventivo solo in caso di sicura convenienza, ovvero quando vi è un esborso minore in termini di imposta». Non solo: «La relazione tecnica - rileva ancora il servizio Bilancio del Senato - non stima gli effetti di minor gettito derivanti dall'impedimento del potere di accertamento nei confronti dei contribuenti aderenti al concordato, nonchè il maggior gettito derivante dal mancato adeguamento dei soggetti non congrui ai parametri». C'è poi la possibilità che si verifichino fenomeni di elusione fiscale. Lo affermano ancora i tecnici, spiegando che questo sarà possibile considerate le «relazioni tra contribuenti che fiscalmente si presentano, con riferimento alla capacità di accertamento da parte dell'amministrazione finanziaria, con situazioni soggettive differenti». In pratica, visto che per chi aderisce al concordato non sarà più necessario emettere ricevute o scontrini fiscali, questo «potrebbe rendere difficoltosi gli accertamenti disposti dall'amministrazione finanziaria nei confronti dei soggetti non aderenti al concordato, ma aventi rapporti e legami di natura commerciale con soggetti aderenti».