Mafia, la Cdl mette Violante all'indice
Bondi (FI) chiede le scuse della Quercia o «mai più riunioni con il capogruppo dei Ds»
I parlamentari della maggioranza partono all'attacco del presidente dei deputati della Quercia sia nell'aula della Camera che in quella del Senato. E lo accusano di utilizzare la lotta alla mafia «per imbastire un processo a una classe politica democratica». Se il presidente del consiglio si rifiuta di replicare, «parole che si commentano da sole», dichiara, scendono invece in campo i suoi. A partire dal coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, che chiede ai vertici dei Ds di smentire Violante altrimenti «noi non potremo partecipare ad alcuna riunione parlamentare o pubblica in cui sieda l'onorevole Violante». Il ministro per l'Attuazione del programma Claudio Scajola, di fronte alle «incredibili e diffamatorie dichiarazioni di Violante» risponde che «i risultati contro la mafia ottenuti dal governo Berlusconi parlano da soli; uno per tutti: la cattura nell'aprile del 2002 del latitante Antonino Giuffrè, braccio destro di Provenzano, che ha costituito una svolta determinante in una lotta che non ha mai conosciuto soste». Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu pensa che le forze dell'ordine «si sentano offese» da affermazioni come quelle usate da Violante, e sottolinea che il governo di centrodestra ha introdotto misure, come il 41 bis, il carcere duro per i boss mafiosi, che nessun altro governo aveva avuto il coraggio di adottare. «Nel condurre le forze dell'ordine in questa battaglia», afferma Pisanu, «mi sono sempre avvalso del sostegno pieno, incondizionato, di tutto il governo, e in particolare di quello del presidente Berlusconi». Il titolare del Viminale rivendica l'arresto quest'anno di 6800 presunti criminali e di 232 latitanti. Anche Alleanza nazionale difende l'operato del centrodestra nella lotta alla criminalità mafiosa, e per Filippo Ascierto e Giampiero Cannella, responsabili del dipartimento sicurezza, Violante non solo «non conosce le cose di cui parla», ma «certe affermazioni delegittimano le istituzioni e di conseguenza aiutano Cosa Nostra». «Così Violante delegittima se stesso», incalza il coordinatore di An Ignazio La Russa. Il capogruppo leghista Alessandro Cè ritiene che se Violante afferma certe cose deve portare le prove, «altrimenti è un'affermazione apodittica e velleitaria, che si commenta da sola e danneggia anche chi la fa». Il leader dell'Udc Marco Follini suggerisce di «abbassare il tiro»: «non possiamo accettare l'accusa che Violante muove al governo e a Berlusconi di essere deboli con la mafia, sono parole che non aiutano nè la ricerca della verità nè la correttezza dello scontro politico».