Università, vertice della Cdl contro il crack
L'Sos lanciato dai rettori non può essere più ignorato. La maggioranza deve perciò correre ai ripari in tempi brevi. Per domani è stato fissato il vertice dei responsabili dell'Università dei partiti del centrodestra per trovare una via d'uscita. E sbloccare una vertenza che si trascina ormai da un anno per colpa delle troppe promesse non mantenute. Contro il governo i 77 «magnifici» degli atenei pubblici e privati di tutta Italia prima hanno presentato in massa le dimissioni. Poi hanno ventilato il blocco della didattica. Alla fine hanno ammorbidito la loro posizione per non danneggiare gli studenti. Ma hanno mandato a dire all'esecutivo che se non ci sarà un consistente aumento dei finanziamenti destinati all'istruzione universitaria, loro saranno costretti a tagliare i corsi di laurea. Non escludono nemmeno proteste clamorose pur di strappare modifiche alla Finanziaria. Molti i problemi sul tappeto, fra tutti quello dei finanziamenti. All'Università, secondo i rettori, sono state sottratte ingenti risorse (50 milioni nel 2003 e 100 milioni all'anno fino al 2014), per destinarle alla creazione del nuovo Istituto italiano di tecnologia. Una decisione «improvvisata», l'hanno giudicata i «magnifici». Che hanno insistito pure sul fatto che la Finanziaria prevede un incremento del Fondo di finanziamento ordinario (110 milioni) del tutto inadeguato alle esigenze del sistema universitario. La Conferenza dei rettori (Crui) critica poi il blocco delle assunzioni di personale docente, ricercatore e tecnico-amministrativo perché non ha alcuna efficacia sul contenimento della spesa. E il possibile ricorso a deroghe è inadeguato. Vanno inoltre recuperati i 234,7 milioni di euro sottratti all'edilizia universitaria con tagli nel piano triennale per l'edilizia generale e al fondo per il decongestionamento dei mega-atenei. Secondo i rettori, inoltre, la Finanziaria mostra scarsa attenzione per la ricerca universitaria. Che cosa farà la maggioranza? I responsabili di settore non nascondono la preoccupazione. «Modificare l'orientamento che è prevalso in Finanziaria non sarà facile» ha detto Mario Walter Mauro, di Forza Italia. Lo stesso presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ammette che «quello delle risorse è un tema che rende incerte le prospettive delle università italiane». È giusto quindi che i rettori chiedano più soldi. Giuseppe Valditara di An sarebbe orientato a chiedere al ministro Tremonti di introdurre una tassa sui consumi voluttuari per reperire risorse da destinare a nuove assunzioni. Meno morbida la posizione del ministro delle Politiche comunitarie nonchè docente Rocco Buttiglione. «La Crui deve capire - dice l'esponente dell'Udc - che lo Stato non può pagare gli aumenti di stipendio mentre gli atenei mettono a concorso le cattedre. Serve un monitoraggio rigoroso della spesa e sanzioni alle università che non rispettano i vincoli finanziari».