di FABRIZIO DELL'OREFICE LA TENAGLIA è ora su Bossi.
An e Udc vogliono spingere Bossi nell'angolo, chiudergli tutti gli spazi, non dargli agibilità politica. E soprattutto «costringerlo» a far scoppiare la crisi: quale pretesto migliore per eliminarlo dalla maggioranza. Il Senatùr ha ben chiaro il gioco ma al momento non può reagire visto che Berlusconi gli ha imposto il silenzio. Parlano i suoi. E, al coordinatore di An Ignazio La Russa che diceva apertamente che «il cerino è in mano a Bossi», risponde il capogruppo leghista Alessandro Cè: «Parla, parla pure. Fatti male da solo». E il braccio destro di Bossi, Roberto Calderoli, aggiunge: «Come prevedevo, dopo pochi giorni dallo sciagurato annuncio già si inizia a parlare di voto politico per gli immigrati. Qui qualcuno sta facendo il furbo». Da destra e centristi la tattica ora è quella di mostrarsi responsabili. Il capogruppo al Senato di An Domenico Nania esclude che ci possa essere una crisi di governo, e un altro esponente dello stesso partito, il ministro Altero Matteoli, è ancora più rasserenante e sentenzia: «Troveremo un punto d'intesa». Tuttavia ci pensano i centristi a far salire di nuovo la tensione quando annunciano che la loro delegazione all'Europarlamento ha presentato un progetto di risoluzione sul diritto di voto degli immigrati, nel quale chiede alla Commissione Ue presieduta da Romano Prodi di presentare una direttiva che fissi norme comuni a questo riguardo per tutta l'Unione europea. Forza Italia media. Berlusconi, incontrando coordinatore e vice del suo partito (Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto) avrebbe espresso l'intenzione di lasciare libertà di voto. Fi condivide nel merito la proposta di Fini, ma non si esprime perché altrimenti potrebbe leggersi come una sfiducia per Bossi. E così gli azzurri misurano le parole anche se qualcuno si spazientisce. Di «falso problema» parla Isabella Bertolini. «Con tutte le emergenze che deve affrontare il Paese, anche sul fronte dell'immigrazione, mi sembra che la questione posta con tanta enfasi dagli alleati di An non sia prioritaria, anche perché - sottolinea - se si tratta di diritto di voto, tutti sanno che le leggi attuali già consentono agli immigrati regolari, che fanno richiesta di cittadinanza, di votare da cittadini italiani, come prevede la Costituzione». La Bertolini se la prende poi con La Russa: «Non capisco perché parla anche a nome di Forza Italia». Replica del responsabile immigrazione di An, Gian Paolo Landi di Chiavenna: «La Russa non ha parlato a nome di Forza Italia, ma ha annunciato che cercheremo l'accordo di tutta la maggioranza, pur senza vincolo di coalizione. Ossia, come avvenuto per l'indultino, senza che il voto contrario di un partito della maggioranza costituisca un vulnus per la sopravvivenza della stessa». Il partito di Fini oggi tirerà fuori la sua proposta. Voto a chi è in Italia da almeno sei anni (ma si può salire a otto, invece degli attuali dieci), se regolare e se senza precedenti. Landi vuole aggiungere anche un espresso richiamo al rispetto della libertà religiosa.