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Nel serpentone arcobaleno spunta anche il Che

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Ecco quindi sventolare bandiere di Rifondazione, dei Ds, del Pdci, dell'Europa, di Emergency, dell'Avis, delle Acli, dell'Arci, dei sindacati e delle tante altre sigle del volontariato, ma ecco anche l'onnipresente Che Guevara. Fantasiosi anche gli striscioni e i cartelli inneggianti alla pace, da «Un'Europa di pace», slogan ufficiale della manifestazione, a «Mille mani per la pace» della Cisl di Bergamo; da «Europa, non ci interessano le radici, ma i frutti» di Rete Lilliput a «Appaciammoce» del Centro sociale di Acerra. Diversi gli slogan ideati dagli scout: «Abbiamo un sogno: un mondo di pace», «Bush, il risico è un gioco in scatola», «Europa ricordati di non dimenticare» e «Se la pace è un sogno, impariamo a sognare». E poi la scritta provocatoria «Wanted terrorista number one: Bush» scritta sulla maglietta di una ragazza. Di parte lo slogan del Movimento degli uomini casalinghi: «Il governo del mondo alle donne, il rigoverno della casa ai maschi». L'Arci propone «Lavori in corso per un mondo migliore», il Partito comunista per la pace nel Medio Oriente «Stop all'occupazione per una pace giusta in Medio Oriente», i nigeriani per la sopravvivenza del popolo Ogoni «Il popolo esorta a boicottare la Shell», i genitori dei militari caduti in tempo di pace «Giustizia e dignità per i nostri figli, contro la guerra». Come al solito, la Marcia ha un sottofondo musicale. Anche quest'anno la colonna sonora è stata sostanzialmente autoprodotta, con chitarre e percussioni, quasi una «live soundtrack», ma c'è pure chi si è portato dietro impiantini stereo, con i propri cd preferiti, perché «con la musica si marcia più spediti». Chitarre e tamburi un po' dappertutto, in testa e in mezzo al corteo, oscillando fra cantautori di culto (Francesco Guccini, Francesco De Gregori) e tradizionali inni politici. Trionfa John Lennon con «Imagine». Si sente in più tratti del corteo e con «arrangiamenti» diversi, anche a tempo di rock, «Bella Ciao». Il fiume di uomini, donne e bambini, italiani e stranieri si muove tutto insieme. E poco importa, in fondo, se quando la marcia parte dai giardini del Frontone alla testa del corteo si trova un gruppo di donne della Cisl di Bergamo (con lo striscione «Centomila mani per la pace») anzichè, come previsto, gli stranieri ospiti dell'Assemblea dell'Onu dei popoli. Tra loro c'è il vescovo di Zomba, monsignor Allan Changwera, che spiega di marciare per la prima volta per la pace e la giustizia sociale. Ma sono soprattutto la pace e l'Europa i temi della marcia. Lo ricorda Marco, boy scout, 20 anni, di Napoli. «Sono temi - dice, mentre srotola una grande bandiera con i colori dell'iride - da portare avanti ogni giorno. Bisogna accelerare l'educazione alla pace». St. Mor.

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