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La sinistra pretende il monopolio della pace

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Vista come una provocazione la presenza di Bondi (FI), che attacca: manifestazione monopolizzata

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La marcia di sette ore fra Perugia e Assisi, che ha richiamato ieri migliaia di persone - famigliole, associazioni, bambini, scout - venute a manifestare per chiedere «un'Europa di pace» si è trasformata per i politici nell'occasione di estrarre la spada dal fodero e menar fendenti. Il colore dell'arcobaleno che più spiccava fra i manifestanti era il rosso. Nel corteo erano infatti molti gli esponenti del centrosinistra e di Rifondazione. Fianco a fianco, hanno marciato Piero Fassino, Massimo D'Alema, Fausto Bertinotti, Pierluigi Castagnetti (Margherita), Oliviero Diliberto, Ermete Realacci, i sindacalisti Guglielmo Epifani (Cgil) e Savino Pezzotta (Cisl). Assente giustificato, per motivi familiari, Francesco Rutelli. Considerato uno schieramento così compatto, «stonava» la presenza di Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, che si è recato ad Assisi per pregare sulla tomba di San Francesco. La marcia è una «bella iniziativa, che nel corso del tempo è diventata una manifestazione monopolizzata dalla sinistra, non solo da quella democratica, ma anche da quella comunista e di estrema sinistra» è stato il «la» dato da Bondi. «Nessuno ha il monopolio della ricerca della pace - ha aggiunto -. Il popolo italiano ha una vocazione per la pace, una vocazione che il governo Berlusconi in questi anni ha reso possibile nel mondo». A fargli eco, più tardi, è stato il presidente dei senatori di FI, Renato Schifani: «Povera pace e povero San Francesco, usati per una marcia manovrata dall'interesse politico di parte». Duro il contrattacco della sinistra. Fassino ha escluso che la presenza dei leader dell'opposizione avesse a che fare con la «spallata politica» che si vuole dare al governo. «Solo gli sciocchi - ha affermato - sovrappongono il significato vero della marcia ad altre finalità». Per Castagnetti il coordinatore di Forza Italia è andato ad Assisi solo «per dividere». «Bondi - ha dichiarato Oliviero Diliberto - può pregare soltanto il suo dio: Berlusconi». Bocca cucita da parte di D'Alema, mentre Fausto Bertinotti ha lancato il suo dardo: «Per Bondi è dura in questo momento essere cattolico, visto che ha appoggiato quella guerra respinta dal Pontefice». I leader dell'Ulivo hanno infatti attaccato il governo per aver prorogato la missione militare italiana in Iraq senza informare il Parlamento. Ma Bondi ha replicato, escludendo la ratifica. A suo parere, tutti dovrebbero essere «orgogliosi» di questa missione: «Su questo punto non ci dovremmo dividere». Ma boy-scout in calzoncini, mamme con bambini e membri delle associazioni più disparate - c'era persino il Movimento degli uomini casalinghi - non sapevano nulla della bagarre fra i politici. Allegri percorrevano i 25 chilometri, ognuno con il suo credo, le sue convinzioni, il suo desiderio di pace.

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