Frattini: guerra ai trafficanti di esseri umani
«Chi approfitta dei disperati è nemico di tutte le democrazie. Serve un'azione integrata fra Nord e Sud»
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, li ha delineati ieri mattina alla Camera, rispondendo ad alcune domande nell'ambito dei lavori della Assembla parlamentare dell'Osce, riunita per la prima volta in Italia. Nei confronti dei «trafficanti di esseri umani - ha detto Frattini - occorre essere chiarissimi, come per il terrorismo: non ci devono essere equivoci. Chi approfitta dei disperati è un nemico giurato di tutte le democrazie, dei paesi europei come dei nostri amici arabi». Il secondo punto indicato dal ministro è la realizzazione a livello europeo di un piano, «affinchè il Mediterraneo sia una regione di sviluppo e non il veicolo per convogliare verso il nord flussi di immigrazione illegale»: la proposta è quella di «un'azione integrata Nord-Sud» per controllare e prevenire i flussi di illegalità e contrastare le organizzazioni criminali. Inoltre, per Frattini bisogna «aiutare i Paesi di transito e di origine dei flussi a creare al loro interno condizioni di sviluppo e prosperità», in quanto «non è con il contrasto che si risolvono i problemi, se non c'è a monte un'azione preventiva». E occorre soprattutto «aiutare i Paesi che sono oggi di transito, e ormai non più di origine dei flussi, a creare le condizioni per fronteggiare loro stessi l'esodo che viene dal centro dell'Africa». «È un dovere imposto non solo dalle ragioni della solidarietà, ma anche da ragioni di strategia politica» ha sottolineato. «Bisogna, infine - ha concluso il ministro - accogliere coloro che vogliono venire regolarmente, rispettando le nostre leggi». Ma non è tutto. Frattini si è chiesto se non sia il caso di considerare la possibilità «di utilizzare anche nel contesto mediterraneo e del Medio oriente» quel modello Csce-Osce che «aveva svolto in maniera efficace il suo ruolo nel difficile contesto della guerra fredda, fornendo una permanente sede di dialogo e promovendo intese sulle misure di fiducia».