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Follini: «Nessuna crisi ma serve una cura» An e Udc tornano a chiedere l'intervento di Berlusconi. I Ds insistono: «Pronti a votare»

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An e l'Udc, ma anche Forza Italia, sono convinti che alla fine si troverà un'intesa nella maggioranza sul diritto di voto amministrativo agli immigrati proposto da Fini. Ma la Lega conferma il suo no ed il ministro della Giustizia Castelli annuncia che, se su questo tema in Parlamento si formerà una maggioranza diversa, «non potremo che prendere atto». È confermato che gli esperti di An che stanno preparando la proposta di legge (la presentazione in Parlamento è prevista per venerdì) hanno intanto fissato ad 8 anni il periodo di residenza in Italia necessario per ottenere il diritto di votare alle elezioni amministrative. Gli altri requisiti sono il possesso di un reddito, di un lavoro, e il non aver commesso reati. Il limite di otto anni quale periodo di residenza per il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi è la prova che An non punta i piedi e cerca un accordo con gli alleati. Per ottenere la cittadinanza (che prevede il diritto di voto), infatti, fa presente Giovanardi, servono 10 anni di residenza. E la Lega? Una volta chiariti i contenuti della proposta di An, è la risposta di Giovanardi, «la materia del contendere verrà meno» e nessuno avrà più voglia di «fare le barricate». E potrebbe essere raggiunto riducendo il periodo di 10 anni previsto per ottenere la cittadinanza. È d'accordo il ministro di An Maurizio Gasparri che all'estensione del diritto di voto preferisce una modifica delle norme sulla cittadinanza. L'Ulivo aspetta intanto di conoscere il testo della legge per decidere cosa fare. Se si troverà l'intesa su un buon testo unificato, fa sapere Piero Fassino, «noi lo voteremo». Per il leader diessino la maggioranza ormai è «nelle mani di Bossi». La maggioranza, comunque, non è a rischio, sostiene il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi perché, anche se il voto agli immigrati non è previsto dal programma di governo certamente se ne discuterà «con pacatezza e serenità». Anche il coordinatore di An Ignazio La Russa esclude pericoli per il governo perché un probabile voto trasversale su questa legge non significa che si è formata una maggioranza diversa. La Lega, quindi, può anche non votare, perché non c'è un vincolo di coalizione su questa materia. Comunque, «non sarebbe un dramma». Bossi, però, afferma La Russa, deve capire che tutti siamo stati contenti di «uccidere il vitello più grasso» quando la Lega ha rinunciato alla secessione», ma nel Vangelo «non è che tutte le sere il padre uccideva il vitello più grasso«. La maggioranza non è in crisi, sostiene anche il leader dell'Udc Marco Follini che ritiene però necessaria «qualche cura». La maggioranza, secondo il leader centrista , non può soggiacere alle condizioni politiche ed agli stati d'animo di Bossi. Follini polemizza anche con Berlusconi che in caso di un cambio di maggioranza prevede le elezioni. «Non è il caso di parlare di elezioni - ha affermato - anche perché non mi pare che siamo noi a deciderle». Rocco Buttiglione chiede una verifica del programma di governo ed invita gli alleati a non parlare di elezioni anticipate.

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