Contrarie anche le associazioni dei Comuni e dei costruttori. Gli ambientalisti: è indecente e incostituzionale
Voci di dissenso giungono anche da altre parti. In prima fila, nella schiera dei contestatori, c'è la Lega, che boccia anche altri provvedimenti contentuti nella Finanziaria. Il pacchetto di emendamenti a cui sta lavorando prende infatti di mira le dismissioni, i fondi per le aree alluvionate, il redditometro e la riduzione delle accise sul metano. Nel sito «istituzionale» del Carroccio, «Qui Lega Parlamento», l'esponente leghista Sergio Rossi spiega, a proposito del condono edilizio, che il Carroccio è «contrario a forme di sanatoria che tendono a condonare aumenti illegali di volumetrie. Se dovessero passare, con il nostro no chiederemo dei paletti come l'esclusione per le opere condonate da eventuali risarcimenti in caso di calamità naturali». Anche sulla dismissione del patrimonio pubblico la Lega, pur condividendo la necessità di fare cassa, chiede che non vengano messe in atto manovre che portino ad una svendita del patrimonio immobiliare. Il partito di Bossi reclama anche ulteriori fondi per le aree alluvionate. «Nel 2003 - dice Rossi - abbiamo avuto solo degli spiccioli e anche il decreto legge approvato all'inizio dell'anno, che prevede 400 milioni di euro, non è sufficiente. Già in quella occasione fu detto che questa somma non chiudeva la questione». Il Carroccio intende inoltre chiedere «la riduzione delle accise sul metano per le aree del Nord, nel rispetto del principio di armonizzazione delle tariffe in tutto il Paese» e la «revisione del redditometro che deve essere posizionato al Nord su un livello più alto per consentire l'accesso agevolato ai servizi». Nel corso dell'audizione sulla Finanziaria presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato anche l'Ance ha respinto il condono edilizio, chiedendo invece più risorse per l'edilizia legale. «In questi giorni il Parlamento è impegnato - afferma l'associazione dei costruttori - da un lato nell'esame del condono edilizio e dall'altro nel taglio dei finanziamenti per l'edilizia legale. Le misure sono contrapposte ed insieme innescano un circuito vizioso». Un'altra voce di dissenso arriva dai Comuni. Per l'Anci il condono edilizio comporterà agli enti locali «oneri certi, in un quadro di incertezza generale». L'Anci sottolinea inoltre che la misura delle entrate per i Comuni, relativa al pagamento dell'oblazione e degli oneri concessori, «è totalmente aleatoria». I Comuni sono preoccupati, poi, anche per «la grande faticosità amministrativa» che questa sanatoria comporterà. Rispetto alla portata della sanatoria, l'Anci calcola che saranno sanabili circa il 28% delle 360 mila abitazioni abusive. I Comuni pongono quindi l'accento sugli oneri di urbanizzazione edilizia: «Il possibile incremento, previsto dal decreto, fino ad un massimo del raddoppio degli oneri concessori, limiterà il disavanzo per gli enti locali, ma non eliminerà la necessità di ricorrere pesantemente a fondi di bilancio ordinario». Scontata l'opposizione delle associazioni ambientaliste (Wwf, Italia Nostra e Legambiente), che nell'audizione sulla Finanziaria hanno definito il condono edilizio «intollerabile, indecente, insostenibile» e, soprattutto, «incostituzionale». Per le associazioni ambientaliste «il condono-sanatoria costituisce un'amnistia a pagamento intollerabile in uno Stato civile». Gli ambientalisti lanciano le loro critiche senza mezzi termini: «È indecente e insostenibile, dal punto di vista etico, ambientale ed economico, che si pensi di depauperare il patrimonio comune della nazione, costituito dal nostro territorio e dal nostro paesaggio ancora integro con misure rocambolesche e dai risultati incerti». Wwf, Italia Nostra e Legambiente sottolineano quindi che «contemplare tale misura in un decreto legge viola l'articolo 77 della Costituzione, oltre che violare l'articolo 3 (principio di eguaglianza) e gli articoli 9 e 32 (tutela del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, del