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Trantino: «Né manipolato né manipolatori»

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Messo sotto accusa dall'opposizione per la sua gestione della Commissione Telekom Serbia il presidente Enzo Trantino è passato al contrattacco. Nella riunione a porte chiuse dell'ufficio di presidenza allargato, ha pronunciato la sua decisa e pacata autodifesa. Lo aveva già fatto a Belgrado, la settimana scorsa, pressato dalle rivelazioni giornalistiche sull'affaire. Ha ripetuto ieri a San Macuto la sua verità in un clima incandescente, da resa dei conti tra maggioranza e opposizione. Nella sua «arringa» durata un'ora Trantino ha escluso l'esistenza di «burattinai» dietro le accuse di Igor Marini all'Ulivo. Ma ha anche rilanciato: «non ho usato nè cloroformio nè filtri magici. Se si scoprissero - ha detto - e si trovassero manipolatori noi, parte offesa, saremmo pronti a chiedere la costituzione di parte civile contro chi a nostra insaputa ha provato a utilizzare le istituzioni». Non ha convinto però il centrosinistra. Il «tentativo di inquinamento c'è stato», ha detto senza mezzi termini Kessler (Ds). «Lei non ha detto chi, tra i politici, abbia fatto da sponda per i calunniatori». Il commissario diessino non gli ha perdonato tra l'altro di aver incontrato nel suo studio Antonio Volpe, da ieri inquisito dalla procura di Roma che gli ha spedito la Finanza a casa dopo aver emesso una decina di avvisi di garanzia per truffa. Lo scontro frontale dunque rimane. Alimentato anche dal nuovo attacco di Carlo Taormina (Fi) ai vertici istituzionali che gestirono l'affaire: «non si devono fare sconti a nessuno». Alle contestazioni dei commissari dell'opposizione comunque Trantino ha ribattuto punto per punto prendendo le distanze dal dossier Volpe pubblicato da Repubblica - usato poi come un ariete dal centrosinistra per sfiduciarlo - in cui si delineanavo i retroscena del «complotto», della «trappola» orchestrata da spioni, mafiosi e malavitosi per colpire Prodi, Fassino e Dini, accusati di avere intascato una maxitangente per avere favorito l'acquisto da parte della Stet-Telecom del 29 per cento delle azioni della compagnia telefonica di Belgrado. Una trappola che avrebbe avuto come regista Francesco Pazienza e Volpe come manovratore del «conte Igor». Nel suo giorno più lungo Trantino ha rivendicato una gestione immacolata della Commissione Telekom Serbia, consulenti 007 e «corte dei miracoli» dei testimoni compresi. Ha detto in sostanza che nessuno deve mettere in dubbio la sua lealtà, tutto è stato gestito nel pieno rispetto della verità e che nè lui nè nessun altro ha mai dato credito «in bianco» a Marini. Adesso, ha insistito, «liberiamo la strada per continuare il nostro cammino». Non è riuscito però a disinnescare lo scontro politico.

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