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Parte la rivolta della base «Siamo stupiti»

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«Dica pure - aggiunge il centralinista - non è il solo». E via così, per tutto il giorno. In via della Scrofa, dove ha sede An, hanno dovuto rivedere i turni per le troppe chiamate di protesta. E poi ci sono i fax, le e-mail. Il centralino del Secolo, il giornale del partito, sempre intasato. Probabilmente neanche Fini si aspettava tutto questo rumore per una dichiarazione, la sua, che gli pareva appena un «giudizio di buon senso». Ma soprattutto il leader di An non sembrava aspettarsi la reazione del suo partito, e la rivolta (soffocata) che arriva soprattutto dal Nord, dove il timore è che la Lega dreni tutti i consensi. «Nel merito non discutiamo - afferma il presidente del gruppo di An in Lombardia, Romano La Russa, fratello del coordinatore nazionale Ignazio - ma il metodo ci è sembrato sinceramente sbagliato: il partito è disorientato, urge un chiarimento». Al suo interno, An lombarda questo chiarimento lo farà già sabato o domenica prossimi, quando è stata convocata una «riunione informale» con vertici locali e iscritti. La vicepresidente della Regione, Viviana Beccalossi, in un comunicato, parla di «stupore e imbarazzo» e chiede di «convocare al più presto la direzione nazionale», mentre il consigliere regionale Guido Bombarda dice che «da troppo tempo il presidente del partito non viene al Nord, nella sua Bologna: non si rende conto che gli immigrati non si vogliono integrare». Sono parole che colpiscono Fini quando le legge a Madrid: non se le aspettava. A Roma, il gruppo di An alla Camera sembra ritrovare l'unità. Basta che due deputati lombardi, Alessio Butti e Tommaso Foti, buttino giù dieci righe per prendere le distanze da Fini che in breve altri sessanta loro colleghi (di tutte le correnti) ci mettano la firma. Nella nota c'è scritto «non è il momento adatto» per fare la proposta per il voto agli immigrati. Se si decide di farlo «vista la sensibilità dell'opinione pubblica su questo tema, è necessario aprire un dibattito», senza il quale «avremmo difficoltà di sostenere questa proposta». C'è chi vuole rincarare la dose, i promotori capiscono che quella posizione potrebbe essere fraintesa, temono che i media la leggano come un accenno di rivolta. E bocciano tutto, stracciano il documento. Ma la base non ci sta. Il sito «qualcosadidestra.it» di Fabio Sabbatani Schiuma, consigliere comunale romane, certifica: l'80% è contro. Aggiunge Gasparri: «Tutta An è contraria, anche chi tace e anche quelli che dicono di essere a favore». Va controcorrente il presidente dell'Asi (l'associazione sportiva di destra) Claudio Barbaro: «È una proposta coraggiosa e lungimirante, che dimostra una vera presa di coscienza rispetto al problema dell'integrazione tra i cittadini italiani e le comunità di stranieri residenti in Italia». Il vertice decide di contenere la situazione. Il coordinatore La Russa riunisce un forum di settore, costituisce un gruppo di lavoro che preparerà un progetto di legge sul voto agli immigrati e non voterà nessuna legge già in itinere, tanto meno quelle presentate dalla sinistra. Riassume Landolfi: «Abbiamo recepito l'invito di Fini». F. D. O.

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