Le pensioni d'annata esaminate il 15 ottobre dalla Corte costituzionale

Come rileva la Consulta dei pensionati, che tramite gli avvocati difensori ha presentato un'istanza affinché il caso sia portato in udienza pubblica, il problema è particolarmente grave in quanto «tutte le pensioni di tutti i lavoratori italiani sono destinate a divenire "d'annata", cioè sganciate per sempre dall'aumento reale del costo della vita, destinate a perdere anno dopo anno il loro valore iniziale, mentre diventano sempre più importanti le necessità di che le percepisce». Su questo problema, più volte sollevato dalla Corte dei conti, la Corte costituzionale non ha mai dato convincenti risposte, eludendo sempre il problema. In realtà, la continua perdita di valore delle pensioni, che perdura da oltre un decennio, sta provocando una situazione antigiuridica e contraria ai principi chiave degli art. 3, 36 e 38 della Costituzione. La Consulta dei sindacati definisce questa situazione «esiziale sul piano economico generale perché si risolve in una vera e propria ablazione delle residue risorse in mano alle famiglie dei pensionati, il cui accesso al mercato è già problematico per la perdita di potere d'acquisto e potrà provocare un'ulteriore flessione della domanda interna». «Di certo, però - scrive ancora la Consulta dei pensionati - la decisione del presidente della Corte costituzionale di relegare la questione in "camera di consiglio", cioè senza le garanzie di chiarezza e di visibilità dell'udienza pbblica, senza un dibattito e la presenza degli avvocati, non tiene in alcun modo conto dell'importanza e della delicatezza giuridica, sociale e politica di questa situazione e non può che essere definita sconcertante». «Non sfugge a nessuno - si legge ancora - che tutte le volte che in materia di pensioni la Consulta si è pronunciata in camera di consiglio, senza la presenza dei difensori, senza il necessario confronto con le loro ragioni e senza il controllo della stampa e della pubblica opinione, la sentenza non solo è stata negativa, ma anche stravagante. In materia di pensioni nelle ultime sentenze non c'è mai stata un'adeguata motivazione che possa essere giudicata congrua ed esaustiva rispetto al problema posto all'attenzione dei giudici costituzionali». "Difficoltà di bilancio", "sforamento dei tetti di spesa", "mancata indicazione degli articoli di legge violati". Per la Consulta dei pensionati «nell'ultima sentenza in materia di "pensioni d'annata", quella del caso Droghini, la Consulta ha addirittura citato le sue stesse passate sentenze che davano ragione ai pensionati. La decisione di relegare il caso delle pensioni d'annata in "camera di consiglio", rifiutando la presenza degli avvocati e dell'opinione pubblica sarebbe, fra l'altro, in grave contrasto con quanto dichiarò il presidente Chieppa in occasione del suo discorso di insediamento a proposito della necessità di incrementare la collaborazione con gli avvocati e facilitarne il lavoro».