Ciampi: «Non si torna ai dazi doganali»
Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, è tornato ieri a sottolineare i valori che più gli stanno a cuore. In un incontro con le autorità della provincia di Belluno, Ciampi ha difeso la liberalizzazione degli scambi commerciali. Certo, ha affermato, anche l'Italia ha i suoi problemi e risente di una congiuntura economica non particolarmente favorevole. E come tutti «dobbiamo affrontare i problemi della globalizzazione». Ma non è assolutamente possibile fare marcia indietro «su scelte come il superamento del protezionismo doganale». La liberalizzazione degli scambi commerciali, ha ribadito Ciampi, è un «fenomeno irreversibile» che presenta al tempo stesso «opportunità e rischi». Affermazioni che hanno fatto insorgere la Lega. Le soluzioni suggerite dal capo dello Stato, ha replicato il coordinatore nazionale della Lega, Roberto Calderoli, andrebbero bene per «il mantenimento di una situazione assestata e già al regime, ma non sono sufficienti in un momento di aggressione sleale alle nostre imprese». Per Alessandro Cè, capogruppo della Lega a Montecitorio, «la reintroduzione dei dazi doganali rappresenta l'unica risposta ad una politica commerciale aggressiva di Paesi non democratici, come la Cina». Ciampi ha quindi difeso il processo di riforme istituzionali, chiedendo però di non «ferire l'unità della patria, di cui siamo orgogliosi come cittadini e di cui sono geloso custode come capo dello Stato». «L'Italia - ha aggiunto - è un Paese ricco di grandi diversità, delle quali tiene conto il processo di rinnovamento istituzionale che si propone di rafforzare, ispirandosi al principio di sussidiarietà, le autonomie locali ai vari livelli, senza dimenticare o ferire l'unità della patria». Rievocando l'esperienza del suo «viaggio nella provincia italiana», Ciampi ha detto che «per avanzare insieme sulla strada giusta ci vogliono buona volontà e capacità di dialogo costruttivo». «Si è sempre più rafforzata in me - ha spiegato - la convinzione che producono sempre risultati molto positivi i rapporti di forte collaborazione fra i vari livelli delle istituzioni di governo locale e fra le autorità amministrative e gli organismi che rappresentano la produzione, il sindacato, la società, la scuola, la formazione, l'istruzione superiore, il volontariato laico o religioso». «Viceversa - ha aggiunto - ogni qualvolta emergono gelosie o gretti campanilismi i risultati sono dannosi per tutti. Progetti di sviluppo essenziali per la nostra come per le regioni vicine, vengono frenati o addirittura bloccati». Il capo dello Stato ha ricordato quindi la Grande guerra combattuta su queste montagne, «per tanto sangue sparso su queste terre e anche, una generazione dopo, la ribellione alla dittatura che aveva fatto precipitare l'Italia nell'abisso della Seconda guerra mondiale». Ha quindi fatto cenno alla «riconquista della libertà con il sacrificio di tante vite umane», tutte cose che «hanno anche dato vita al nostro appassionato europeismo».