Stop al «rimpastino» altra poltrona all'Udc
La Casa delle Libertà ha vissuto ieri un'altra giornata di tensioni, incontri, vertici e trattative, anche se tra i suoi vertici non ci sono state dicharazioni in pubblico. All'ordine del giorno c'erano e ci sono ancora le presidenze delle commissioni parlamentari che devono essere rinnovate (o confermate) come di consueto a metà della legislatura. Se al Senato è filato tutto liscio con il via libera degli attuali numeri uno degli organismi ristretti (in quella per la Giustizia Nino Caruso di An ha sfiorato l'unanimità, consenso molto alto anche per Mimmo Contestabile di Forza Italia alla Difesa), alla Camera si è rischiato di far saltare tutto. Le tensioni sono le stesse che si registrano nel governo, seppur con toni più sfumati. L'Udc per esempio chiede più spazio e la guida di una seconda commissione, oltre a quella delle Attività produttive che è presieduta da Bruno Tabacci. La cui testa è richiesta a gran voce dai leghisti e anche un pezzo di Forza Italia non lo vede di buon occhio. I centristi a loro volta hanno fatto capire di poter impallinare Giancarlo Giorgetti, che siede sullo scranno più alto della delicatissima commisione Bilancio. Leghista di ferro, fedele bossiano, Giorgetti era entrato all'inizio dlela legislatura anche nel governo (come sottosegretario alle Infrastrutture), ma Tremonti gli ha chiesto subito di uscire per andare a ricoprire la carica di presidente della quinta commissione perché in quella posizione voleva una persona di sicura fiducia. Tuttavia ieri, proprio i veti incrociati, hanno portato la maggioranza a decidere di non toccare nulla e di convocare quasi tutte le commissioni in contemporanea in modo che il voto «tutti assieme» dovrebbe automaticamente escludere colpi bassi e quindi una reazione a catena che potrebbe mettere seriamente in pericolo la maggioranza. L'appuntamento a Montecitorio è dunque fissato per oggi alle 13,30 per le prime otto commissioni tranne la Bilancio, e alle 15,30 per le altre sette. Chiuso il giro dei voti, i centristi potrebbero ottenere anche un contentino: l'assegnazione della presidenza della commissione parlamentare di inchiesta sull'occultamento dei fascicoli sui crimini nazifascisti che sta per cominciare i lavori. A questo punto sembra naufragare anche il rimpastino dlele presidenze, ma anche il reintegro dei posti vacanti nel governo dopo le dimissioni di alcuni sottosegretari. Resterà dunque sulla sua attuale poltrona (per ora) Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia, che veniva indicato nei giorni scorsi quale sottosegretario al dicastero di via Arenula. Nessuno spostamento neanche per Donato Bruno (Affari costituzionali) che era indicato come suo sostituto alla III commissione. Rinviata anche la staffetta Adornato-Sgarbi. Il primo potrebbe lasciare la guida della commissione Cultura e prendere il posto che il secondo ha lasciato libero al ministero dei Beni Culturali. Niente cambio interno alla Lega tra Stefano Stefani e Giacomo Stucchi (commissione Politiche Ue). Conferma in vista alla «Finanze» per Giorgio La Malfa che resta candidato quale sottosegretario all'Economia alla poltrona lasciata libera da Vito Tanzi. Tutti confermati in casa An. F. D. O.