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Fini: «Voto agli immigrati». Insorge Bossi

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Il vicepremier: «Intervenga Berlusconi, chieda a tutti più responsabilità». Gongola l'Ulivo

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Riceve l'applauso dell'Ulivo, la Lega insorge e gli scatena una guerra contro. An resta fredda. Il vicepremier in serata chiama in causa Berlusconi: «Richiami Bossi». E sul suo partito dice: «È l'unica preoccupazione che non ho». È il Fini day. Ma che cosa dice il leader della destra? «Sono maturi i tempi per discutere dei diritti al voto per gli immigrati, almeno in sede amministrativa», dichiara ad un convegno del Cnel. Il Carroccio parte all'assalto, definisce sconcertanti le parole del vicepremier e minaccia di far cadere il governo. Chi si aspetta una retromarcia di Fini rimane di sasso poco dopo quando il vicepremier con una nota scritta ribadisce che si può discutere del diritto di voto amministrativo «per gli immigrati che vivono, lavorano, pagano le tasse in Italia e hanno ottenuto la carta di soggiorno». La nuova legge funziona, e integrazione significa «parità di diritti e di doveri, un obiettivo che il governo di centrodestra ha sempre tenuto presente insieme a quello della legalità, del giusto rigore verso i clandestini». «Spero che la Lega - aggiunge il numero uno di An - dimostri di esserne cosciente: non avere la nazionalità italiana non può voler dire essere cittadini di serie B». E non è finita. Perché annuncia anche che presto potrebbero essere abolite le quote d'ingresso (come chiede la Confindustria). «Di diritto di voto agli immigrati non se ne parla proprio - replica il braccio destro di Bossi, Roberto Calderoli - sono pensieri di Fini, non certo della Casa delle libertà, queste aperture non sono nell'accordo di governo. E un altro leghista, Alessandro Cè, parla di «suicidio politico di Fini» e aggiunge: «Se è una questione di visibilità, di fare casino e rumore, credo che il risultato finale possa essere disastroso». Resta deluso chi si aspetta una retromarcia perché Fini poco dopo alza il tiro e chiede l'intervento immediato del presidente del Consiglio sui padani: «Bisogna che chi di dovere, cioè il presidente del Consiglio, ricordi a ognuno che l'accordo politico-programmatico va rispettato»; «Ci sono dei momenti, non ho difficoltà a dirlo, in cui mi sembra che nella coalizione ci sia qualcuno che ha libera patente di corsa e quindi scorrazza a destra e sinistra perché tanto parla ai suoi elettori... E altri che al contrario esercitano il senso di responsabilità, come è dovere di chi governa». Infine, sull'esecutivo: A«abbiamo galleggiato, di più non si poteva fare; ora facciamo le riforme». Applausi arrivano dall'Udc: «Sosteniamo da tempo che è doveroso concedere il voto agli immigrati in regola», dichiara Marco Follini. Forza Italia frena: «Si può discutere di tutto, in via ipotetica, tuttavia ritengo che sul fenomeno dell'immigrazione vi siano ben altre priorità ed emergenze ancora da risolvere» dice la vicecapogruppo alla Camera Isabella Bertolini. Chiosa Bossi: «Sono imbarazzato da Fini, dice cose irrealizzabili» Gongola il centrosinistra che sfida la maggioranza. Il capogruppo dei Ds Luciano Violante invita Fini al confronto sul progetto di legge che lui stesso insieme all'ex ministro Livia Turco ha già presentato. Ma Pierluigi Castagnetti (Margherita) teme che «anche una materia seria come questa venga utilizzata e strumentalizzata per un regolamento di conti nella Casa delle libertà».

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