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«Silvio, dài alla nostra parrocchia i soldi che avrai dalla Quercia»

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Ma ogni contributo per realizzare la casa per anziani può essere utile». Il vescovo di San Benedetto del Tronto mons. Gervasio Gestori ha avuto notizia solo ieri, da alcuni giornali locali, che il parroco di Cristo Re, don Pio Costanzo, ha chiesto a Berlusconi di devolvergli l'eventuale risarcimento danni della querela sporta contro Piero Fassino, il quale gli aveva attribuito il ruolo di «burattinaio» del caso Telekom-Serbia. Una richiesta a cui il presidente del Consiglio ha risposto con una lettera firmata il 22 settembre dal capo ufficio della presidenza del Consiglio dei ministri Valentino Valentini, e nella quale si afferma che «la richiesta verrà tenuta in considerazione, qualora se ne verificheranno le condizioni». In altre parole la presidenza del Consiglio non assume per ora impegni precisi, anche perché l'iter giudiziario della querela è appena iniziato, ma la missiva esprime l'apprezzamento del premier per «la meritoria iniziativa intrapresa». Dello scambio di lettere don Pio ha parlato due giorni fa durante l'omelia domenicale, e se molti parrocchiani hanno accolto l'annuncio con soddisfazione, altri hanno storto il naso, meditando d'ora in poi di andare a messa da un'altra parte. Il particolare che ha irritato i parrocchiani più critici, è il fatto che don Pio sembri dare per scontata la condanna del segretario Ds. Esordisce infatti nella lettera al premier dicendo di aver appreso dalla stampa «la sua iniziativa di voler devolvere in beneficenza la somma che l'on. Fassino, dovrà versare per le gravi accuse pubblicamente rivolte contro la sua persona...». Ma don Pio si dichiara «apolitico», e il vescovo smorza la polemica con un sorriso, auspicando «che non sia questo il motivo per cui alla messa non ci vadano più». La casa della carità, già in costruzione, è «un'opera meritoria», insiste il presule, destinata ad accogliere gratuitamente anziani e persone svantaggiate, malati e senza tetto. Poveri «che non hanno colore e non sono mai schierati ma hanno soltanto bisogno di essere amati», ha scritto don Pio al presidente Berlusconi, sentendosi peraltro «in dovere» di precisare che anche lui, come parroco, è «al di fuori degli schieramenti politici».

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