I COMMERCIALISTI STANNO STUDIANDO L'ATTUAZIONE PRATICA

Dopo i rilievi delle categorie interessate, dai commercianti ai commercialisti, «aggiustamenti» non sono stati esclusi sia dal governo che dal Parlamento. In queste ore ragionieri e commercialisti stanno lavorando su una serie di proposte articolate e puntuali che saranno presentate nei prossimi giorni al ministero dell'Economia. Innanzitutto verrà chiesto di posticipare la scadenza. «Quella del 28 febbraio - afferma il presidente del Consiglio nazionale dei Ragionieri, William Santorelli - è improponibile. La legge verrà approvata solo a ridosso della fine dell'anno e non si tratta di fare due conti. Tutti i contribuenti interessati, e non solo quelli che aderiranno, vorranno informazioni». Si tratta di una platea potenziale, afferma il rappresentante dei professionisti, di quattro milioni di contribuenti. Un altro punto della proposta che i commercialisti stanno mettendo a punto riguarda la platea alla quale il concordato è rivolto: «È uno strumento - dice Santorelli - che può interessare per lo più i contribuenti minimi». Altra questione è il raccordo tra il nuovo concordato e il condono tombale. I dottori commercialisti pongono l'accento anche su altre questioni. Premessa la contrarietà «in linea di principio» al concordato come strumento di politica fiscale, scelgono in ogni caso la via della proposta per un miglioramento del provvedimento: per esempio, «dovrà esser lasciata libertà di revocare - afferma il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, Antonio Tamborrino - l'opzione per il concordato in qualsiasi momento senza sanzioni; occorrerà anche ridurre l'aliquota d'imposta per gli incrementi dei ricavi e dei redditi concordati negli anni successivi al primo». Tamborrino chiede anche che sia riconosciuta nell'operazione la centralità dei professionisti, ovvero «l'assistenza obbligatoria di un professionista abilitato al rilascio della certificazione tributaria nella fase procedimentale di definizione del concordato».