Fini: «Nella Cdl sulle pensioni non ci sono orientamenti diversi»
Devono sapere che i sindacati, così facendo, vogliono entrare nel gioco politico». Così il vicepremier Gianfranco Fini sull'astensione dei lavoratori proclamato da Cgil, Cisl e Uil contro la riforma delle pensioni messa a punto dal governo. «Non si può alimentare l'idea - continua Fini - di un governo che taglia le pensioni: non togliamo niente a nessuno. Vogliamo solo alzare l'età pensionabile, salvo per quel che riguarda i lavori considerati usuranti». «Non è certo il governo, questo governo - sottolinea il vicepremier - che si è messo in testa di fare una riforma. È una questione che riguarda l'intera Europa. La riforma previdenziale l'hanno fatta in tutta Europa. Noi siamo gli ultimi, ma l'abbiamo messa in cantiere e non è affatto vero che sia una riforma, come qualcuno dice, devastante». Aprono invece ai sindacati i ministri del Welfare, Roberto Maroni, e delle Attività produttive, Antonio Marzano. «Se le parti sociali forniscono un piano alternativo sono pronto a sedermi al tavolo anche domani mattina», ha detto Maroni il quale chiede però alla Cgil la sua posizione sul superbonus. «Visto che la prima fase della riforma previdenziale, 2004-2008, contiene il superbonus per chi rinvia il ritiro in pensione e visto che la Cgil chiede il ritiro della delega sulle pensioni che contiene il superbonus, vorrei sapere se questo significa che non è favorevole a dare ai lavoratori un incentivo del 33% netto in busta paga. Se è così, lo dica perché è giusto che i lavoratori sappiano che la Cgil è contraria ad un loro possibile aumento in busta paga». «Al di là degli ultimatum e delle frasi ad effetto - insiste il ministro del Carroccio - molto concretamente, vorrei sapere se è favorevole o contraria agli incentivi che aumentano la busta paga del 33%». «Prima - spiega Maroni - il sindacato protestava perché non c'era stato dialogo, ora apprendo dalla Cgil che il dialogo non lo vuole proprio. Sono confuso, lo vuole o no? Noi siamo pronti ad ascoltare proposte migliorative della delega, se ve sono». Un'ultima osservazione Maroni la rivolge ancora al sindacato di corso Italia: «La Cgil dice che non si può addossare il conto ai pensionati ed ai cittadini. Ma forse non si è accorta che da qui al 2008 i lavoratori non pagheranno nulla. Anzi, con la nostra proposta riceveranno un aumento del 33% netto». «Abbiamo detto che vogliamo incontrare le parti sociali ma le riforme vogliamo farle - fa eco Marzano - perché a chiedercelo è l'Europa». E sulla proposta di Savino Pezzotta di ritirare il provvedimento in attesa di un nuovo accordo, il ministro delle Attività produttive fa spallucce: «È prematuro parlarne». Ma il leader di An è intervenuto anche sui rapporti all'interno della maggioranza per quanto riguarda la riforma delle pensioni, affermando di non intravedere grandi differenziazioni: «Quando si chiede alle parti sociali di discutere - avverte Fini - è ovvio che occorre prendere in considerazione elementi di flessibilità per la riforma, sempre, si intende, nell'ambito della compatibilità finanziaria». D'accordo il ministro per le Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione. «Nessuno chiede di riaprire la trattativa sulle pensioni. C'è un accordo politico e su questo Udc e An sono fermi». «Concordo pienamente con quanto ha già detto il mio collega Buttiglione - fa eco il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi - cioè che l'Udc ha concordato insieme agli alleati di governo una proposta. Quella è, e quella rimane e noi ci sentiamo rappresentati pienamente». «Naturalmente altro discorso - aggiunge l'esponente dell'esecutivo - è che singoli deputati facciano osservazioni per la verità un po' contraddittorie, perché Volontè parla di graduare dal 2008 in avanti addolcendo la manovra sulle pensioni, Tabacci invece parla di inasprirla, cioè anticiparla. Naturalmente sono tutti punti di vista legittimi». A buttare benzina sul fuoco di una magg