Tremonti fa cassa con l'azzardo
Nel decretone previste maggiori entrate per 3,2 miliardi entro il 2006
Pronti a passare dalle tasche degli italiani, sempre pronti a giocarsi in qualche modo i propri risparmi anche con piccoli azzardi nei videogiochi da bar, e finire nelle bisognose casse del ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. La sorpresa arriva dall'articolo 39 del decretone allegato alla legge finanziaria per il 2004, che attraverso una raffica di commi legati al settore dei giochi e degli intrattenimenti «introduce», come spiega la relazione ministeriale, «modifiche alla disciplina del comparto degli apparecchi da divertimento ed intrattenimento». E altro che scure su giochi e scommesse da bar, come spesso avevano proposto parlamentari della Casa delle Libertà. Prorogata di quattro mesi la vita di videopoker e apparecchi simili che avrebbero dovuto essere distrutti entro la fine di quest'anno. Resteranno in vita tutti quelli esistenti, che sono 245.778, pronti per i gettoni di giocata fino al 30 aprile 2004, perchè Tremonti non vuole rinunciare al relativo gettito fiscale, 110 milioni di euro (50 di Isi e 60 di Iva). Rivisto l'imponibile forfettario per tutti gli altri videogiochi situati nei locali pubblici, e soprattutto (vedasi scheda sotto nella pagina) ne saranno lanciati e distribuiti alcuni di nuovo tipo che, lecitamente, consentiranno al giocatore da bar di vincere e riscuotere anche una somma in denaro. Piccola (50 euro), ma comunque cinque volte superiore a quella che era stata immaginata solo un anno fa nella revisione della normativa del Testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza. Dalla revisione delle norme Tremonti si attende, secondo la relazione tecnica che accompagna il provvedimento, 630 milioni di euro nel 2004, altri 1.274 milioni di euro nel 2005 e 1.300 milioni di euro nel 2006, quando anche i nuovi giochi a premio in denaro saranno a regime. In tutto appunto 3,204 milioni di euro nel triennio.