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di STEFANIA MORDEGLIA VIA alla corsa contro il tempo.

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Preso atto dei numerosi ostacoli che restano da superare, all'apertura della Conferenza intergovernativa (Cig) di Roma è sfumato il sogno di riuscire ad arrivare ad un accordo all'unanimità entro la fine del semestre di presidenza italiana, il 31 dicembre. Il nostro Paese, che al momento siede nella cabina di regia del negoziato, punta però a raggiungere entro fine anno almeno un'intesa politica, insieme a Francia, Germania e ai Paesi del Benelux (Olanda, Belgio, Lussemburgo). Perché ciò avvenga è necessario discostarsi il meno possibile dalla bozza della Convenzione. Archiviato il vertice straordinario Ue di Roma, tutti i capi di Stato e di governo sono rientrati alla base e da oggi i loro più stretti collaboratori saranno al lavoro in vista del prossimo, importante appuntamento: il 14 ottobre a Lussemburgo i ministri degli Esteri di 25 Paesi direttamente coinvolti nel negoziato torneranno infatti a incontrarsi con l'obiettivo di mettere già dei punti fermi alla trattativa in vista del vertice dell'Unione europea, che si terrà pochi giorni dopo a Bruxelles. L'obiettivo di trasformare la bozza varata dalla Convenzione, dopo circa 18 mesi di difficili confronti e duro lavoro, nel testo di un nuovo trattato costituzionale deve fare i conti con le posizioni intransigenti ribadite ancora a Roma da Spagna e Polonia, ma anche dal cosiddetto gruppo dei Paesi «piccoli» guidati dall'Austria, con l'appoggio della Commissione europea. Resta però ferma una scadenza tecnica inderogabile, che si può collocare al massimo a fine febbraio. Un'ulteriore slittamento sarebbe troppo rischioso: oltre alla necessità di tradurre il testo sul quale si è raggiunto l'accordo in almeno 20 lingue diverse, sarà necessario rimettere ordine a tutti i testi giuridici dell'Unione e aggiornare i protocolli che non sono compatibili con il nuovo trattato. Un lavoro da certosini, difficile da comprendere, ma essenziale per la firma del trattato in tempo utile per le prossime elezioni europee del giugno 2004. Per quanto riguarda le reazioni sui risultati della Cig, ieri il vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ha detto che «a Roma ha avviato un percorso che deve portare, dopo la Convenzione, alla Costituzione europea». «La Convenzione - ha aggiunto - ha avuto un'intuizione felice: far nascere un'Europa della patria. Per questo occorre una forte identità nazionale». Commentando l'avvio dei lavori della Cig, l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, ha invece espresso «piena soddisfazione per l'esito negativo del vertice dei capi di Stato e di governo».

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