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Prodi: diritto di voto a tutti i commissari Ue

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Quanto alle delibere del «governo» europeo, il presidente della Commissione definisce «una idea peregrina» quella di commissari senza diritto di voto. Prodi riferisce di aver ribadito ai capi di Stato e di Governo, le posizioni della Commissione e la volontà di rapida conclusione per la Conferenza. La bozza della Convenzione è «un'ottima base di partenza, abbiamo ribadito alcuni punti indispensabili» sui quali la Cig dovrà decidere. Prima di tutto, no a «un processo di revisione all'unanimità, perché significa non revisione, e una Costituzione rigida è una Costituzione fragile e alla prima crisi è una Costituzione morta». Poi l'efficienza deliberativa: oggi «con forme diverse circa una sessantina di capitoli della Costituzione europea» richiedono l'unanimità, e bisogna ridurre questi casi. «In un condominio di 10 persone l'unanimità mette a rischio l'efficienza, in uno di 25 crolla tutto». Infine, Prodi, facendosi così portabandiera di molti fra gli Stati più «piccoli» e quindi entrando nel campo della diatriba, auspica che si accetti «l'idea che ogni Paese abbia, come è stato proposto, un commissario; l'idea di un commissario senza diritto di voto è un po' peregrina». Sui «modi con cui i paesi e i popoli possono approvare» la futura Costituzione europea, «dipendono dalle loro regole. C'è chi la fa approvare dal parlamento e chi dal popolo. Per noi va benissimo. Certamente, io sognerei un referendum europeo, ma è irrealistico. Teniamolo nei nostri sogni e andiamo avanti». D. T.

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