Veleni e polveroni su Telekom Serbia
Al punto che la Commissione parlamentare d'inchiesta decide di accellerare i tempi per giungere in fretta alla relazione finale, la quale punterà il dito sui veri responsabili politici dell'acquisto da parte di Stet e Telecom Italia del 29% di Telekom Serbia. Giuseppe Consolo, capogruppo di An in Commissione annuncia infatti che nella riunione di mercoledì prossimo chiederà «una ulteriore accelerazione dei lavori». Anche dopo il secondo dossier tirato fuori da Repubblica, Consolo non ha alcun dubbio sulla integrità del presidente Enzo Trantino, accusato perfino di aver nascosto un dossier del Sisde. «Non vale nemmeno la pena di continuare a smentire altre infondate critiche al presidente. Noi perseguiremo fino in fondo il nostro compito senza farci distogliere da polemiche strumentali che hanno l'evidente fine di impedirci di dare risposta al perchè il 10 giugno 1997, quando a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi, venne deciso di comperare con pubblico denaro il 29% di questa sgangherata società e al perchè i due vertici della Stet Biagio Agnes ed Ernesto Pascale rinnovati per tre anni nel gennaio '97, appena due mesi dopo furono pregati di dimettersi; tutto il resto è propaganda». E il presidente Trantino, stremato ribadisce: «Non parlerò più. Ho chiuso. Renderò conto alla Commissione il giorno 8 e poi inizierò la mia difesa personale». E anche lui sottolinea che bisognerà «marcare la pista della politica», e «mettere i paletti» per «concludere i lavori». Questo perché i «nemici della commissione hanno una paura fobica della conclusione dei lavori della bicamerale, che potrà prescindere da Igor Marini», dice il presidente, che querelerà Repubblica. Obiettivo di questo «linciaggio» secondo lui è solo quello di evitare la relazione con le sue conclusioni politiche». E infatti, l'ultimo attacco volto al depistaggio gli è giunto ieri dalle pagine del quotidiano di piazza Indipendenza che in una nuova «puntata» su Telekom Serbia, individua in Francesco Pazienza il grande burattinaio e cita un documento del Sisde che sarebbe rimasto «insabbiato per sette mesi», tutto sotto il titolo «Telekom: la trappola fu preparata due anni fa». Secondo il quotidiano l'uomo chiave sarebbe però Antonio Volpe, definito «il manovratore di Igor Marini» e «collaboratore del Sismi». I fatti elencati vengono smentiti punto per punto da Trantino. Prima di tutto, fa notare il presidente, «Volpe non ha avuto alcun seguito quando poteva essere una spalla preziosa per lo stesso Marini». Quindi Trantino smonta l'insabbiamento del dossier del Sisde. Il dossier dei servizi segreti è arrivato il 13 maggio scorso dopo essere stato spedito l'8 maggio. E il giorno dopo è stato reso noto. Una difesa puntuale la sua, fino alla fine. La polemica però infuria e la procura di Torino chiede a Napoli e a Roma documenti relativi ai falsi dossier. Violante, capogruppo dei Ds sollecita la Commissione a indagare sulla «cabina di regia» che sta dietro Telekom Serbia. «L'unico burattinaio è proprio l'onorevole Violante», replica Taormina di FI. Trantino si limita a rispondere: «Noi siamo trasparenti». E se Fassino (DS) si appella a Pera e Casini, Cossiga sollecita «una inchiesta sul Cesis, sul Sismi, sul Sisde e sugli organi delle forze di Polizia». Schifani (FI) invece riconosce che «l'attacco a Trantino vuole bloccare una commissione che sta indagando su un colossale scandalo politico, di cui sono protagonisti Prodi, Dini e Fassino». L'onorevole Vito, di FI ritiene infine che sia impossibile arrivare ad una relazione unica: «Ce ne sarà una di maggioranza ed una di minoranza». Intanto della questione si dovrebbe occupare anche il Comitato di controllo dei Servizi di Sicurezza.