VARATE DELIBERE CHE NON LO RECEPISCONO

Si tratta delle tre delibere proposte dal presidente, Antonio Bassolino, e dell'assessore all'Urbanistica, Marco Di Lello, per rendere inammissibile in Campania la nuova normativa in materia di sanatoria edilizia, anche impugnandola innanzi alla Corte Costituzionale. Copia dei tre provvedimenti, informa l'amministrazione campana in una nota, è stata subito inviata alle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Basilicata, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, «che ne avevano fatto richiesta, nelle scorse ore, all'assessorato all'urbanistica della Campania». La prima delibera di Bassolino, mediante atto amministrativo, blocca gli effetti del condono sul territorio campano. Con un unico articolo, infatti, allegato alle Linee guida per la Pianificazione territoriale regionale, viene stabilito che «al fine di salvaguardare l'identità e l'integrità del territorio regionale non è ammessa la sanatoria delle opere edilizie realizzate in assenza dei necessari titoli abilitativi , ovvero in difformità o con variazioni essenziali rispetto a questi ultimi, e che siano in contrasto con gli strumenti urbanistici generali vigenti». Con la seconda delibera è stato approvato un disegno di legge che appena diventerà legge vieterà in Campania il varo di ulteriori condoni edilizi e rafforzerà i poteri regionali nelle attività di repressione dell'abusivismo edilizio. Il DDL, già inviato alla IV Commissione del Consiglio regionale, disciplina in cinque articoli l'inammissibilità di qualsiasi forma di condono edilizio (art.1). Il provvedimento chiarisce, poi, che sono esclusi dal divieto le opere abusive per le quali sono state già avviate le procedure dei vecchi condoni e cioè quello del 1985 n.47 e n.724 del 1994 (art.2) e introduce anche una procedura accelerata per definire, entro il 31 dicembre 2005, le pratiche di condono ancora pendenti (art. 2). Con la terza delibera si da mandato agli avvocati Vincenzo Baroni e Vincenzo Cocozza di impugnare dinanzi la Corte Costituzionale il decreto legge del 29.09.2003 «Misure per la riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica per l'incentivazione delle attività di repressione dell'abusivismo edilizio, nonchè la definizione degli illeciti e delle occupazioni di aree demaniali». Gli avvocati, nelle more della decisione nel merito da parte della Corte Costituzionale, dovranno chiedere anche la sospensiva della normativa di condono sull'intero territorio nazionale. La procedura di sospensiva di una norma nazionale è stata introdotta dalla legge La Loggia del 5.06.2003 n.131 che ha modificato l'art. 35 della legge 11.03.1953 n.87 ed è la prima volta che una Regione ne chiede l'applicazione. Già lunedì prossimo, intanto, la Toscana potrebbe dare il via libera ad un provvedimento legislativo che sia in grado di annullare l'efficacia amministrativa del condono edilizio.