Lega e An litigano sui pannolini
Sono le otto del mattino, Gasparri è sereno, fa finta di nulla. Accompagna a scuola la figlia Gaia, poi va al ministero, per una riunione con i suoi più stretti collaboratori prima del voto decisivo di Montecitorio sul riassetto del sistema radio-tv. Pooi si tuffa alla Camera. La doccia fredda arriva però alle 13.30: il governo va sotto. Ma Teodoro Buontempo li aveva avvisati: «Attenti che c'è malcontento in aula, si rischia con gli emendamenti sui minori» E' aveva aggiunto: «Voto no alle richieste di modifica ma solo per disciplina di partito». «Vorrà dire che gli spot dei pannolini Pampers li faremo fare a Buontempo», scherza poi Giovanna Bianchi Clerici (Lega), relatrice al ddl. «Abbiamo un effetto paradossale - osserva parlando con i giornalisti in Transatlantico la Bianchi Clerici - visto che è stata votata solo la prima parte dell'emendamento, che vieta l'utilizzo dei minori nei messaggi pubblicitari e negli spot, mentre non è stata votata la seconda parte che vieta il loro impiego nelle televendite. In queste ultime, quindi, i bambini potranno essere utilizzati». Ma a parte questa incongruenza Bianchi Clerici contesta il contenuto dell'emendamento approvato: «Saranno vietati anche i messaggi sociali con i minori, come quelli sul servizio civile - spiega l'esponente leghista -. Spero che molti colleghi che hanno votato questo emendamento lo abbiano fatto senza capire quello che stavano votando». Arriva la replica: «Sarebbe troppo facile dire che la persona più adatta per la pubblicità dei pannolini Pampers è l'onorevole Bianchi Clerici; ma - afferma Teodoro Buontempo - io non lo dirò, la collega è una signora e in quanto tale merita rispetto». «Se avesse ascoltato il mio intervento con più serenità - prosegue il deputato di An - si sarebbe accorta che il sottoscritto ha invitato il Governo ad una ulteriore riflessione per vietare gli spot pubblicitari nei programmi per i ragazzi. Dalle parole dell'onorevole Clerici, invece, si evince che fa riferimento all'emendamento 10.2 con cui si intende proibire l'utilizzo di bambini negli spot pubblicitari, nei messaggi promozionali e nelle televendite. È evidente, quindi - sottolinea Buontempo - che si tratta di due aspetti diversi. Ma chissà, forse la collega era distratta, disattenta, o chissà che altro e si è accontentata di un momento di pubblicità gratuita senza rendersi conto che le sue parole possono prestarsi a più di una strumentalizzazione».