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Al via la manovra da 16 miliardi con una tantum e misure strutturali

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Al rilancio dell'economia vengono destinati 5 miliardi di euro. È questa la cornice della relazione previsionale e programmatica per il 2004. Ma vediamo in dettaglio le cifre. Il rapporto tra deficit e Pil si attesterà quest'anno al 2,5% e nel 2004 al 2,2%. L'indebitamento strutturale cioè al netto degli effetti del ciclo, è previsto ridursi dal 2,2% nel 2002 all'1,9% nel 2003. Il processo di risanamento dei conti pubblici prosegue nel 2003 con una riduzione dello 0,3% del deficit strutturale. La ripresa economica italiana inizierà dalla seconda parte del 2003, «in linea con quanto atteso per gli altri paesi dell'euro». Si ricorda che la crescita del Pil è stata negativa nei primi due trimestri del 2003 e che le esportazioni hanno risentito della perdita di competitività legata all'apprezzamento dell'euro. Ma «segnali incoraggianti» arrivano dall'inversione di tendenza della produzione industriale (+1,5% a luglio). Il processo di rientro dell' inflazione, si legge nella relazione, «procede a ritmi più lenti del previsto a causa di fattori contingenti, quali le avverse condizioni climatiche e le tensioni sulle quotazioni del petrolio, e problemi di natura strutturale, quali l'insufficiente concorrenza, soprattutto nei settori meno esposti al commercio internazionale». L'Italia «ha raggiunto risultati migliori rispetto a quelli degli altri grandi Paesi dell'area euro». «Due anni di rallentamento del ciclo economico hanno ridotto i margini di manovra della politica di bilancio. L'obiettivo della stabilità finanziaria è stato raggiunto senza ricorrere ad inasprimenti fiscali ed, al contrario, introducendo quest'anno il primo modulo della riforma Irpef e l'aumento delle pensioni al minimo». La relazione sottolinea infine come «lo stock del debito pubblico accumulato nei decenni precedenti obbliga l'Italia ad una rigorosa politica di bilancio».

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