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«Subito nuove centrali, collaborate»

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Poi, nella penombra della Sala dei Baroni, illuminata dal gruppo elettrogeno, lancia il suo messaggio netto al governo: «Nuove centrali elettriche subito». E senza tentennamenti. Carlo Azelio Ciampi, come sempre, non ammette deroghe quando si tratta di urgenze che riguardano il bene comune, i servizi e la quotidianità dei cittadini. Quindi, secondo lui, bisogna superare tutti i contrasti politici tra amministratori. E sottolinea che il dovere di provvedere a tutto questo è di coloro che hanno «responsabilità di governo a tutti i livelli». Per celebrare il sessantesimo anniversario delle Quattro Giornate, Ciampi, accompagnato dalla signora Franca, è atterrato da Roma alle 9 del mattino in una Napoli paralizzata dal black out ed è stato accolto dal sindaco Rosa Jervolino, dal presidente della Regione Antonio Bassolino, dal ministro Antonio Marzano al Maschio Angioino. Il presidente si dimostra subito pienamente partecipe del gravissimo disagio in cui è piombata tutta l'Italia. La memoria lo riporta ai primi di giugno del '44, quando arrivò in una Napoli che viveva una emergenza ben più drammatica, dalla Sardegna, a bordo dell'incrociatore Garibaldi. Poi racconta: «Ho seguito dal primo mattino la situazione e viene da domandarsi se sia il caso, ed è proprio il caso, di superare tutte le lentezze e i dissensi che vi sono tra le nostre amministrazioni, per dotare il paese di quelle disponibilità di energia necessarie. Non si può addirittura rallentare la costruzione di nuove centrali tradizionali, anche quelle piccole, che ricorrono alle cosiddette fonti alternative (l'energia solare e quella eolica, ad esempio, non sono determinante ma possono contribuire a coprire il 10-15% di fabbisogno nazionale). Occorre anche curare la nostra rete di distribuzione di energia che, giustamente, è stata unificata». La ricetta del capo dello Stato è chiara: applicare quello spirito costruttivo e collaborativo che ha più volte indicato come doveroso a tutti gli amministratori e i rappresentanti delle istituzioni quando si riuniscono per prendere decisioni nell'interesse pubblico. Uno spirito che deve portare ad una conclusione pratica una volta confrontate le posizioni, anche le più divergenti. Dunque, una responsabilità degli amministratori pubblici, innanzitutto, quella richiamata da Ciampi, che non dimentica però che c'è stato un referendum a bloccare il nucleare («non entro nelle scelte del passato»). Ma, precisa nelle sue parole, «solo il nucleare, non le altre centrali la cui costruzione spesso non si può avviare perchè ogni città e ogni regione non la vuole sul proprio territorio». Ma i cittadini oltre a sopportare i disagi, cosa possono fare? Ciampi non si sottrae alla domanda e si rivolge proprio agli elettori. «Con il voto - risponde - si nomina ma anche si giudica chi abbiamo nominato la volta precedente. I cittadini devono mettersi in testa che con il loro voto devono decidere chi li governa. Sappiano scegliere le persone che sanno governare». Giu.Cer.

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