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Previdenza, sindacati convocati lunedì mattina

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Documento che sarà presentato insieme alla Finanziaria. In una nota diffusa ieri sera da Palazzo Chigi si legge che il governo ha deciso presentare «assieme alla Finanziaria un documento sul riordino del sistema previdenziale che sarà illustrato alle parti sociali lunedì mattina prima del consiglio dei ministri». In particolare, i sindacati sono stati convocati per le 12,30: quattro ore prima dell'inizio del consiglio dei ministri, il che sta generando malumori notevoli soprattutto nel sindacato. Lo stesso premier ha rilasciato una dichiarazione distensiva nel merito della riforma. È «ineludibile», ha detto, ma il governo è «aperto al confronto». Dal canto suo, il coordinatore di An Ignazio La Russa ha dichiarato che «è confermato che fino al 2008 non ci saranno modifiche nella normativa in vigore». «Naturalmente - ha specificato La Russa - si potrà cambiare per ciò che riguarda gli incentivi, ma non sulle date per andare in pensione. Chi sa che potrà andare in pensione al raggiungimento di una certa età deve stare assolutamente tranquillo». «Siamo particolarmente soddisfatti - ha aggiunto La Russa - per il fatto che sarà presentato un documento collegiale sulla riforma previdenziale sulla quale avviare subito un confronto con le parti sociali». I sindacati, che aspettavano di vedersi illustrati l'intervento sulla previdenza giovedì pomeriggio, non si mostrano contenti della situazione. Il segretario della Cisl Savino Pezzotta, ieri pomeriggio, prima che arrivasse la notizia della convocazione alle 12,30 di lunedì, aveva dichiarato: «Se lunedì il governo mi chiama ci vado. Per una ragione di educazione. Ma ormai a cosa serve un incontro a poche ore dal varo della Finanziaria? Non ci siamo proprio. Si sta creando un clima avvelenato e pesante che fa male al paese». Peraltro il leader della Cisl, sempre prudente, su questa vicenda ha messo i puntini sulle «i» riguardo alle reazioni che il sindacato potrà avere se la revisione del sistema pensionistico andrà a ledere i diritti dei lavoratori. «Nessuno deve illudersi - ha detto in riferimento alla ipotesi di una sciopero generale - che si possa chiudere questa partita con un botto. Mi dispiace dirlo ma non sarà così. Ci sono tante forme di mobilitazione e di iniziative di pressione che dureranno per tutto il tempo in cui si discuterà di Finanziaria». «Nell'insieme delle azioni che il sindacato può mettere in campo - ha detto ancora Pezzotta - c'è anche lo sciopero generale. Ma nessuno deve illudersi - ha ribadito - che questa partita possa chiudersi solo con un botto». «Per i giovani - ha sottolineato fra l'altro Pezzotta - il problema non è l'età, ma la previdenza integrativa. Questo è il problema. Rischiano di non avere una pensione adeguata quando saranno anziani. Questo è lo scontro generazionale su cui bisogna ragionare». Quanto alla Cgil, la sua posizione resta la più intransigente, ma ieri a Trieste il segretario confederale Paolo Nerozzi ha parlato di «una forte azione unitaria, anche oltre lo sciopero generale già ventilato, contro «l'attacco del governo al reddito di lavoratori e pensionati»: una dichiarazione praticamente speculare, per quanto riguarda l'operatività di eventuali proteste, alla posizione espressa da Pezzotta. «Non faremo solo lo sciopero generale che mi pare inevitabile. Credo - ha proseguito - che dovremo dare anche una risposta che duri nel tempo».

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