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Otto associazioni imprenditoriali contro Tremonti: «Non vediamo le misure promesse»

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I sindacati si presentano compatti al tavolo sulle pensioni mentre il governo è al bivio. Seguire la linea del rigore tracciata dal premier Berlusconi e dal ministro dell'Economia Tremonti. O quella della gradualità reclamata a gran voce da Umberto Bossi. L'incontro previsto ieri, è slittato di 24 ore a causa di un impegno del ministro del Welfare Maroni a Lucca. Stamattina il governo vedrà i sindacati; nel pomeriggio toccherà a industriali, artigiani e commercianti. A soli tre giorni dalla presentazione della manovra 2004 che marcia in parallelo con la nuova previdenza, i leader delle tre confederazioni sono ancora in attesa di conoscere i dettagli degli interventi. Ma su un punto concordano: in caso di riforma strutturale delle pensioni la parola passerà alla mobilitazione. Per Guglielmo Epifani (Cgil), l'ennesimo rinvio del dialogo sociale è il frutto avvelenato delle «divisioni del governo che non gli consentono di assumere un orientamento» preciso e lo costringono in una estenuante «sceneggiata» fatta di annunci contradditori. Il leader della Cisl Pezzotta vede invece il bicchiere mezzo pieno. Spera che l'aggiornamento del vertice a palazzo Chigi porti con sè «qualcosa di buono». E lancia un aut aut tattico al governo: «O cambia idea, o il nostro giudizio resta fortemente negativo». Intanto il tempo stringe. Considerato che i margini per una trattativa sono ridotti all'osso, anche Luigi Angeletti (Uil) opta per un ripensamento dell'esecutivo. Altrimenti - avverte - «la pace sociale resterà soltanto un ricordo». A confermare che il governo è stretto all'angolo arrivano anche le critiche dell'Ugl, il sindacato vicino ad An. Mentre i sindacati di base hanno già avviato le procedure per lo sciopero generale da effettuare entro l'inizio di novembre. Al centro dello scontro c'è la parte del provedimento sulla previdenza che prevede l'aumento dei requisiti minimi per il pensionamento a 40 anni di contributi e 65 di età a partire dal 2008 con l'obiettivo di ridure la spesa. Se non si scioglie questo nodo si va dritti allo sciopero generale secondo Gianni Rinaldini della Fiom. Per far quadrare i conti Pierpaolo Baretta della Cisl consiglia invece di «eliminare il corto circuito tra delega previdenziale e finanziaria». E adesso all'attacco del governo partono anche otto associazioni imprenditoriali. Confcommercio, Casartigiani, Cna, Confapi, Confcooperative, Confesercenti, Confservizi e Lega Cooperative, hanno denunciato di non vedere le misure promesse per lo sviluppo del Paese e lamentato la mancanza di interventi mirati «all'impresa diffusa, alle piccole e medie imprese e al territorio». Ma, da ieri, c'è un elemento nuovo nella querelle. La ricetta Tremonti, in grado di far risparmiare al Tesoro 12,5 miliardi di euro quando sarà a regime, ha una valenza strutturale che serve anche a scongiurare il pericolo di un declassamento della valutazione del debito italiano ventilata dall'agenzia Standard and Poors. In quel caso il probabile aumento dei tassi di interesse sui titoli pubblici italiani sarebbe un danno per l'intera economia.

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