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L'Annunziata insiste sulle «nomine di scambio»

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Mentre l'Annunziata fa testamento professionale e il direttore generale Cattaneo snocciola le cifre dei primi passi del risanamento (più ascolti e più pubblicità), ecco che il presidente della Vigilanza Petruccioli svela (dopo la contestazione di Caparini) i retroscena (comici) del perché ha inviato la famosa lettera anti-nomina solo al presidente Rai e non ai consiglieri. «Come presidente ho mostrato molta capacità di moderazione e molta capacità di stare nel mio ruolo», dice ai parlamentari della commissione l'Annunziata, facendo pesare l'imminenza delle sue dimissioni, all'approvazione della legge Gasparri. E non solo: «Se è vero che il clima nella Rai non è attualmente un clima di rissa mi prendo anche io un pò di credito», ha aggiunto Annunziata rispondendo ai parlamentari in merito alle sue dichiarazioni sulla possibile trade off tra le nomine Rai e il Ddl Gasparri. Il discorso e le giustificazioni della presidente sulla frase del «voto di scambio», non ha convinto il coordinatore di An Ignazio La Russa che l'ha attaccata con il sospetto «che anche lei sia entrata nel gorgo delle appartenenze». E la presidente replica: «Vedrete in futuro: io vengo dalla politica, ho fatto politica da ragazzina». «Usare il termine voto di scambio è improvvido», ribadisce il coordinatore di An. Ma non solo, aggiunge, se una persona come il presidente Rai «sceglie quel linguaggio lo fa per dare alle sue parole una rilevanza politica». Parole pesanti, alle quali si aggiunge l'ipotesi «di un voto di scambio anticipato per un seggio alle elezioni europee». Ma la presidente, continua La Russa, «deve scegliere tra fare il presidente di garanzia della Rai o avere un ruolo politico». Immediata la replica di Lucia Annunziata. «Ignazio ma tu credi davvero che io possa puntare ad un seggio al parlamento europeo? Io vengo dalla politica, forse un seggio al parlamento potrei averlo domani». Poi spetta al direttore generale il tema «conti e ascolti». Per la pubblicità «ci sono miglioramenti rispetto al risultato di aprile, che vedevano un calo di raccolta pubblicitaria (- 9%) e una forte tensione quindi anche per l'aumento dei costi di struttura. La raccolta pubblicitaria del mese di luglio, invece, ha invertito completamente la tendenza con un +2,4%, mentre ad agosto si è registrato un +12,2% e per settembre siamo ad oggi ad un +5%». Anche i ricavi commerciali, ha detto Cattaneo, «hanno avuto un incremento rispetto al primo trimestre di un ulteriore 10%, i costi si sono ridotti di 92 milioni, mentre sono stati investiti 30 milioni di euro rispetto al budget. Il budget della posizione netta finanziaria a finire compreso il digitale terrestre migliora di 50 milioni di euro rispetto alle previsioni». Per quanto riguarda invece gli ascolti, ci sono stati miglioramenti nei mesi estivi e a «settembre continua il miglioramento, tanto che la Rai ha ottenuto fino al 21 di settembre il 47,21% di share». Anche i consiglieri prendono la parola. Rumi conferma ai parlamentari della Vigilanza Rai la sua intenzione di lasciare il suo incarico nel Cda nel momento in cui il DDl Gasparri diventerà legge. Niente politica il consigliere Francesco Alberoni, che precisa: «intendo difendere la mia professionalità». Il consigliere Marcello Veneziani ribadisce invece la sua intenzione di decidere «al momento» su sue eventuali dimissioni dal Cda una volta approvato il Ddl Gasparri. Intanto oggi le nomie della discordia verranno fatte. E la Buttiglione nominerà I quattro capiredattori: Morgante a Palermo, Bisagni a Bologna, Crovato a Venezia e Casarin a Milano. Giu.Cer.

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