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Eurostat, Prodi al Parlamento Ue a porte chiuse

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Fra i principali gruppi politici c'è una fortissima attesa per i documenti che Prodi ha promesso di trasmettere all'Europarlamento entro stasera alle 21. Fra le carte che arriveranno da Bruxelles, e che potranno essere consultate rispettando regole ferree di confidenzialità, ci saranno le conclusioni di due inchieste interne effettuate dai servizi della Commissione sulle presunte irregolarità di bilancio in seno a Eurostat (per 900.000 euro) e una sintesi dei primi accertamenti effettuati da Olaf, il servizio antifrodi europeo. Dalle eventuali prove di cattiva amministrazione che potranno venire da quelle carte potrebbe dipendere il futuro politico di uno o più commissari, e la tenuta dell'intero esecutivo Ue. In attesa dei documenti i principali gruppi politici, ieri hanno adottato una posizione prudente, non escludendo nulla - la precedente commissione Ue di Jacques Santer era caduta nel 1999 per una vicenda analoga - ma insistendo sull'esigenza di non prendere posizione fino almeno a stasera. Due commissari europei soprattutto, ambedue Pse, appaiono per ora più a rischio, non certo perchè accusati di malversazioni personali, ma perchè politicamente responsabili di eventuali disfunzioni nei servizi di loro competenza: lo spagnolo Pedro Solbes, titolare del portafoglio eco-monetario, nel quale rientra anche Eurostat, e il britannico Neil Kinnock, vicepresidente dell'esecutivo Ue, «padre» della riforma interna della Commissione, che avrebbe dovuto farne la «migliore amministrazione del mondo». Prodi da giorni si prepara accuratamente al faccia a faccia con i leader dell'Europarlamento. Stando a fonti Ue già giorni fa aveva pronte diverse ipotesi di discorso. Ma il testo finale sarà soggetto a limature fino all'ultimo momento utile per tenere in considerazione i contenuti dei rapporti che saranno consegnati contemporaneamente ai commissari e ai deputati. «Prodi presenterà i fatti senza occultare niente, metterà sul tappeto tutto quello di cui è a conoscenza», ha assicurato il suo portavoce Rejio Kempinnen. Dopo il 2000, ha confermato un'indagine interna dei direttori generali, pratiche contabili come quelle in vigore prima in Eurostat «non sono più state applicate» e quello di Eurostat sarebbe quindi «un caso isolato». Indiscrezioni sul rapporto Olaf rilevano che nessun commissario è direttamente coinvolto nello scandalo. Resta però da verificare la responsabilità politica. «Sono convinto che ogni commissario ha fatto il suo dovere con vigore ed energia», ha detto per tutti Kinnock, al termine della riunione del collegio. «Ieri non si è parlato di responsabilità politica» ha poi riferito Kempinnen. «Il presidente eserciterà le proprie responsabilità politiche sulla base di riscontri obiettivi, non di articoli di stampa». Alla domanda se potrebbe farlo per far piacere all'Europarlamento, Kempinnen ha risposto con un semplice «no comment».

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