«A Milano la sede del Senato federale» Le Regioni, critiche sulle Riforme, chiedono l'intervento immediato di Berlusconi
È la nuova proposta della Lega, illustrata da Roberto Calderoli, numero due del partito, dopo il primo confronto, ieri a Roma, tra il governo e i governatori sulle riforme istituzionali. Calderoli si è detto pronto a dare via libera al riconoscimento dell'autonomia e dei poteri speciali per Roma capitale se il Senato trovasse la sua collocazione a Milano, «un'idea buona ed equilibrata». E il progetto di trasferire da Roma la nuova assemblea prevista dal pacchetto di riforme del centrodestra sembra buona anche al leader della Lega Umberto Bossi, che ieri però ha cercato di frenare la polemica con An chiedendo un emendamentino sul riconoscimento del potere normativo alla capitale. «Non dimentichiamoci che questo paese vive con i soldi di Milano», ha detto il Senatur, mentre ancora non si è spenta la polemica sugli slogan anti-Roma gridati a Venezia. Intanto è proprio sul Senato federale che si concentrano le riserve e le critiche di Regioni e Comuni. Il primo vertice con il governo, comunque, ha lasciato deluse e insoddisfatte le autonomie locali. Non solo i presidenti delle Regioni cambierebbero parecchi punti del pacchetto di riforme istituzionali del centrodestra, ma temono di essere tagliate del tutto fuori. Bossi ha chiesto ieri il via libera alla riforma al più presto sollecitando in tempi stretti, entro il 2 ottobre, il loro parere. Le Regioni si appellano a Berlusconi perchè riapra il dialogo in termini meno tassativi e le coinvolga su un tema così rilevante per il paese come la devolution. Più critici i governatori dell'Ulivo come Vasco Errani, per il quale «il Senato federale così come è immaginato è l'opposto di come dovrebbe essere». Secondo il presidente della giunta calabrese di centrodestra Giuseppe Chiaravalloti, però, i colleghi dell'Ulivo hanno comunque un atteggiamento più rispettoso e disponibile, e con meno pregiudizi politici rispetto ai partiti di opposizione. «Abbiamo colto la disponibilità del ministro Bossi ad aprire un tavolo di confronto con le Regioni», ha detto conciliante il piemontese Enzo Ghigo. Il ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia ha ammesso che «ci sono elementi di riflessione da approfondire», come, appunto il Senato e le sue competenze. «Ai primi di ottobre», ha detto il ministro, «si farà il punto sulle propose pervenute».