Legge Gasparri, oggi i primi voti della Camera
Le integrazioni al ddl sono già pronte ma il partito di Follini scioglierà il nodo solo domani
È la risposta dei centristi della Cdl alle allusioni ed ai «tatticismi» del presidente della Rai Lucia Annunziata e dell'Ulivo, per i quali l'Udc accetterebbe di sostenere la legge Gasparri, mettendo da parte le annunciate riserve, in cambio di un pacchetto di nomine alla Rai. A rilanciare il «sospetto» di Lucia Annunziata è stato il capogruppo della Margherita alla Camera Pierluigi Castagnetti. Non so, ha dichiarato, da dove nascano questi sospetti, «ma sarà facile verificare se essi sono fondati o meno». E cioè, se le riserve dell'Udc dovessero rientrare dopo le nomine alla Rai, ha spiegato, «allora vorrà dire che i sospetti erano fondati». In caso contrario, saranno smentiti. L'Udc ha replicato definendo «una strumentalizzazione banale» l'affermazione di Castagnetti. Sulla legge Gasparri, ha ricordato il deputato Pippo Gianni, l'Udc in tempi non sospetti aveva parlato di «difficoltà di interpretazione» di alcuni articoli. Ma questo, ha precisato, «non mette in discussione la nostra lealtà nei confronti della Cdl». Domani sera l'ufficio politico del partito di Marco Follini deciderà se presentare o meno gli emendamenti al disegno di legge già pronti. Se i «tatticismi» dell'Ulivo e dell'Annunziata, ha affermato ancora l'on. Gianni, dovessero provocare «una crisi di rapporti» con la Cdl, «sarei il primo a chiedere al mio segretario di non presentarli». La Camera oggi voterà le tre pregiudiziali di incostituzionalità presentate dalle opposizioni che denunciano una mancanza di garanzia del pluralismo sancito dalla Costituzione. La bocciatura è scontata, come scontate sono le polemiche. Provoca altre polemiche l'ipotesi che il governo potrebbe chiedere un voto di fiducia sul provvedimento. In questo caso, si chiede il diessino Giuseppe Giulietti, l'Udc si indignerà come si è indignata per le parole di Lucia Annunziata? Ad auspicare che la legge non venga «blindata» è anche il direttore del «Foglio» Giuliano Ferrara, che già in altre occasioni ha dato dei consigli a Berlusconi. Ferrara ha suggerito al presidente del consiglio di accettare un «compromesso» perchè a suo parere «il conflitto di interesse c'è».